Spa, Ferrari si complica (nuovamente) la vita

Errori nelle valutazioni, di cui clamoroso quello su Raikkonen, hanno regalato nuovamente la pole alla Mercedes. Sulla stessa scia Red Bull, e il Mondiale si allontana

Spa, Ferrari si complica (nuovamente) la vita

Piove e un po' tutta la Ferrari va in tilt: Raikkonen senza benzina, Vettel ancora una volta dimostra di mal digerire la tensione e se la prende con i meccanici.

Aria da edizione de “Dilettanti allo sbaraglio”, invece è la Q3 in casa Maranello: qualifica che si chiude con un Raikkonen seccato che non controlla nemmeno la sua posizione finale e Vettel che etichetta laconico “…sarebbe potuto essere molto peggio”.

Ancora una volta Maranello pasticcia, e quello che era stato un dominio nelle tre prove libere sull’asciutto e nelle precedenti Q2, si trasforma in un bicchiere mezzo pieno: il titolo mondiale sembra lasciato per strada, pezzo per pezzo, come Pollicino. Ma qui c’è Hamilton che, prontamente, passa dietro a razzolare ogni occasione.

Analizziamo la situazione: la pioggia si abbatte poco prima dell’inizio della Q3 sul circuito di SPA, rendendo necessario prendere rapide decisioni diametralmente opposte fino a quanto accaduto in quel momento.

Le Force India rischiano l’azzardo, i piloti escono con le Super Soft: la scelta non paga e le due vetture sono costrette a rientrare ai box immediatamente.

Ferrari e le altre scuderie scelgono l’opzione di gomme intermedie, differenziando le strategie tra Raikkonen e Vettel: per il finlandese si è puntato su un peggioramento della situazione, facendolo uscire il prima possibile.

Kimi taglia il traguardo con un ottimo 2:02.671, inizialmente di poco superato solo dal compagno di scuderia. Vettel invece era sul miglioramento della pista: più benzina a bordo e la possibilità di eseguire un tentativo sul finale.

E così è stato: le Force India, fallita l’audacia delle Super Soft, hanno ripiegato per un ultimo giro sul finale molto scariche, probabilmente.

Ma il nervosismo di Vettel dopo il primo tentativo ai box nell’incomprensione con i meccanici, l’impossibilità anche solo di azzardare un rush finale con Raikkonen (relegato troppe volte a ultimo pensiero in casa Ferrari), sono la cartina tornasole di una pressione alta e mal gestita, che regala ancora una volta agli avversari la pole position.

Hamilton con un po' di fortuna, per via di un errore nel secondo tentativo, ha potuto lanciarsi per un finale infuocato che gli è valso la pole position: fortuna, ma bravura e autorevolezza ancora in un mezzo, la sua Mercedes, che non ha dovuto stare a contare i litri esatti per passare davanti. Si è affidata al suo pilota e alla piena fiducia nei propri mezzi, avendone perfettamente ragione.

E la differenza di mentalità si riassume nelle parole di Hamilton: “Credo che ce la saremmo giocata anche sull’asciutto”. Per lui non sarebbe potuta andare anche peggio, sapeva di poterla agguntare la pole. In Maranello sembra mancare quello slancio di fiducia nel proprio pacchetto, con una convinzione solo a metà di poter essere i primi.

Débâcle anche per Red Bull, che ha mandato in pista i piloti con una tattica fotocopia rispetto a Raikkonen: il risultato è stata la

settima e ottava posizione per Verstappen e Ricciardo. Ma se la scuderia austriaca può sempre ripiegare su una PU non all’altezza delle concorrenti, lo stesso non si può dire della migliore vettura Ferrari di questi anni.

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