Formula1, Ferrari e Leclerc: prima la beffa, poi il danno

Gran Premio del Giappone amaro per la scuderia di Maranello: la scelta di far rientrare LeClerc per inseguire il giro veloce non ha pagato, anzi ha aiutato la beffa: 15 secondi di penalità e settimo posto finale

Formula1, Ferrari e Leclerc: prima la beffa, poi il danno

La Formula1 lascia il Giappone regalando un gusto amaro al palato della Ferrari e di Leclerc: la scia positiva di risultati del pilota monegasco subisce una battuta d’arresto dopo gli ultimi quattro podi consecutivi.

Un Gran Premio difficile quello di Suzuka, ricco di alti e bassi: dopo una ottima qualifica che aveva riacceso le speranze nella scuderia di Maranello, la doccia fredda della corsa.

A condizionare la corsa di Leclerc, il contatto al via con Max Verstappen: il pilota olandese in esterno, con quasi metà vettura davanti al ferrarista, ha chiuso pensando di avere la precedenza. Leclerc dal canto suo ha percorso la normale traiettoria, andando al contatto: alettone anteriore danneggiato e una porzione che veleggiava scintillando a contatto con l’asfalto.

In prima battuta gli steward di gara avevano giudicato normale il contatto tra i due piloti, lasciando correre: la furia di Verstappen per radio e le possibili rimostranze del muretto Red Bull, hanno poi spinto probabilmente la FIA a rivedere la situazione.

Solo parecchi giri dopo è passata la comunicazione che informava a proposito della nuova investigazione riguardante l’incidente: il ritiro di Verstappen, la cui vettura risultava danneggiata in maniera tale da non permettergli di spingere come avrebbe voluto, faceva slittare la decisione al dopogara.

Variabile notata ma evidentemente non tenuta in considerazione dal box Ferrari, che vista l’impossibilità di Leclerc nel prendere la quinta posizione di Carlos Sainz, sceglieva l’opzione “un punto in più” del giro veloce.

Gli oltre ventitré secondi accumulati di distacco sulla settima piazza di Daniel Ricciardo, permettevano a Leclerc di tentate l’assalto al tempo, in quel momento saldamente nelle mani di Lewis Hamilton dopo averlo strappato alla McLaren di Raikkonen del 2005.

Il rientro in pista dietro Bottas, l’impossibilità di sdoppiarsi e la bandiera gialla nell'ultimo giro di gara, vanificavano il tentativo: sesta posizione finale e niente punto aggiuntivo.

A fine gara, l’ulteriore doccia fredda: gli steward, analizzata con i piloti la situazione, decidevano per una penalità di cinque secondi a riguardo del contatto tra il pilota monegasco e Verstappen.

Inoltre, a questi si aggiungevano dieci secondi di ammenda per Leclerc e venticinque mila euro di multa per la Ferrari per non aver immediatamente sostituito l’alettone anteriore danneggiato.

Per quasi due giri Leclerc ha continuato a correre sul tracciato con una paratia laterale del musetto a vela, scintillante mentre si consumava sulla pista prima di saltare in mille pezzi sulla vettura di Hamilton che inseguiva.

A quel punto, molti telespettatori si sono chiesti il perché della sostituzione del musetto, quando ormai non era più necessario: Binotto, team principal della Ferrari, ha spiegato in seguito come fosse un obbligo imposto dalla FIA nonostante le loro rimostranze.

Dopo la sosta obbligata, la penalità a fine gara senza preavviso suona come danno e beffa per Leclerc e Ferrari: se la comunicazione fosse

arrivata prima, si sarebbe potuto evitare il rientro ai box per tentare il giro veloce e conservare la sesta posizione. Non l’ottimo, ma il meglio che Leclerc si era faticosamente conquistato in questa rocambolesca gara.

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