Da Torino a Milano, l'altra faccia dell'Italia. Perché quella di Spalletti butta via il suo Masters all'ultimo game, con una partita che ci riporta indietro di sei mesi. Se fino a ieri Spalletti confessava una sola partita sbagliata, adesso dovrà aggiornare il conto, perché a San Siro i francesi ci hanno restituito il colpo dell'andata ricacciandoci oltre tutto al secondo posto del girone che ci complica i sorteggi dei quarti di Nations league.
Come da copione fischi abbondanti per la Marsigliese, elegantemente ricambiati dal manipolo di tifosi francesi sopra la curva sud. Spalletti ripropone sostanzialmente l'Italia di Bruxelles, con Locatelli al posto di Rovella, ma anche con Vicario in porta al posto dell'indisposto Donnarumma, bloccato dal mal di pancia che di certo gli evita la solita accoglienza sonora di mezzo San Siro. Rispetto a Bruxelles manca però soprattutto il centrocampo brillante e rotante, come si dice di questi tempi, in cui il solo Barella si sbatte con la solita generosità.
Così basta poco per far capire che la serata sarà tutta in salita. Primo corner concesso ai francesi e Rabiot svetta di testa tra Buongiorno e Bastoni lasciando di sasso Vicario. Francesi subito in vantaggio come all'andata a Parigi, ma qui la reazione che si era vista in Francia non si vede. In tutta la prima mezz'ora Maignan deve impegnarsi solo su un tiro da fuori del solito Barella, mentre proprio al 30' i bleus si allargano: tutto nasce da un fallo gratuito di Frattesi (che si prende pure il giallo) su Nkunku, punizione centrale dal limite e capolavoro del terzino Digne che infila la palla nell'angolino alto alla destra di Vicario, dove il nostro portiere non può arrivare.
Deschamps si ritrova con i due gol di vantaggio che cercava per capovolgere la classifica, ma i suoi non riescono ad amministrare il tesoretto, perché all'improvviso si sveglia Dimarco con una delle sue fiammate: il nerazzurro piomba alle spalle di Koundè, gli ruba palla e parte a razzo sul binario di San Siro che conosce molto bene per poi servire un cross al bacio dove non c'è il fantasma di Retegui, ma spunta per fortuna l'onnipresente Cambiaso ad accorciare le sistanze.
Nella ripresa, per lo meno, cambia l'inerzia della partita: l'Italia si piazza nella metà campo francese, anche se Maignan corre bven pochi rischi. Fino alla doccia gelata: altro cross su punizione solita testa di Rabiot che questa volta surclassa Locatelli.
Spalletti ci prova con i cambi (Rovella, Raspadori e Kdean) ma ci ricava ben poco, nemmeno con l'ultimo quarto d'ora affidato al terzo Maldini azzurro della storia di San Siro. E alla fine Maignan gela le speranze azzurre. L'Italia della rinascita si è già sgonfiata.
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