Due aggettivi per un solo sostantivo. Sono quelli che circolano da domenica sera nei diversi colloqui tra gli alti dirigenti dell'Aia tornati nella bufera a pochi minuti dalla fine di Torino-Inter per il rigore gigantesco non fischiato da Guida, l'arbitro, e soprattutto non segnalato dal varista Massa, due arbitri internazionali di Ranocchia ai danni di Belotti. Di errore si tratta, naturalmente, senza retro-pensieri di antica memoria: sono esclusi categoricamente. Ma è un errore «ingiustificabile e inaccettabile», ecco i due aggettivi che danno il senso del profondo disagio circolato tra il designatore Rocchi e i suoi collaboratori in vista dello sprint finale del campionato. Scolpiti i due aggettivi, sono state anche definiti i recinti delle responsabilità: parziale quella di Guida, l'arbitro di campo che ha, col gesto eloquente, spiegato che si trattava di palla colpita, clamorosa e tecnicamente inspiegabile quella di Massa perché, dalla sala di Lissone, non poteva non vedere l'immagine-chiave dell'episodio, pulita e frontale, fornita dalla regia, con il piede di Ranocchia che colpisce netto e sposta la caviglia di Belotti.
Di qui i provvedimenti tecnici già decisi, non identici per segnalare la diversa colpa. Sarà fermato Guida, già protagonista discusso (dagli interisti) nel derby di Milano di ritorno (per la spallata di Giroud su Sanchez prima dell'1 a 1) e dai milanisti (perché da varista non ha segnalato all'arbitro Marchetti il gol con la mano dell'Udinese) per qualche turno. Molto più lungo invece lo stop decretato per Massa, in campo italiano. Già perché la designazione Uefa di domani in Champions (Lille-Chelsea) non può essere cancellata. Svelato anche il mistero del colloquio intercorso tra i due fischietti subito dopo l'azione e durato 59 secondi, poco meno di un minuto, molto sbrigativo quindi. «Ha preso la palla» la versione di Massa che ha quindi tranquillizzato Guida.
Di qui anche la spiegazione fornita dallo stesso arbitro a Belotti, capitano del Torino, a inizio secondo tempo: «Se non mi dicono niente dalla sala var perché dovevo andare a rivedere?». Secondo i rilievi del designatore Gianluca Rocchi, anche dall'arbitro in campo, quel fallo doveva essere colto e sanzionato. La morale è sempre la stessa: così non var.
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