
Viaggio all'inferno e ritorno. Dopo 5 anni di carcere, l'ex membro di una gang di motociclisti ha vinto l'Open di Nuova Zelanda e si è qualificato per il British Open, uno dei tornei di golf più importanti del mondo. Domenica, al Millbrook Resort di Queenstown, l'australiano Ryan Peake ha coronato una straordinaria storia di redenzione. Da detenuto a campione dello swing. Si è dato al "green" per cambiare vita, si ritrova oggi con un posto assicurato nel più antico tra i quattro Major esistenti e la cui prima edizione fu disputata nel 1860. Merito di un putt all'ultima buca che gli ha permesso di ottenere la sua prima vittoria da professionista. Se avesse fatto due tiri al posto di uno, avrebbe dovuto affrontare uno spareggio a quattro con l'australiano Jack Thompson, il sudafricano Ian Snyman e il giapponese Kazuki Higi.
In un colpo solo è cambiata la sua vita perché in palio non c'erano solo gli 1,8 milioni di dollari di montepremi. C'era la voglia di lasciarsi alle spalle i tempi in cui faceva parte della banda fuorilegge dei Rebels. «Ero giovane e stupido», ha ricordato il 31enne golfista corpulento e tatuato e che prima di essere condannato per aggressione a cinque anni di prigione era stato un promettente golfista junior e compagno di squadra di Cameron Smith, il connazionale che il British Open lo ha già vinto nel 2022. Ora dal 17 al 20 luglio in Irlanda del Nord toccherà a Ryan provarci, ma certo la vittoria al The Open non è tutto. Ed è merito di un altro Smith, l'allenatore Richie, se una volta uscito dal carcere è tornato a frequentare il green e ha ricostruito la sua carriera. Proprio quest'anno ha esordito nell'Australasian Tour, dove ha mostrato il suo talento raggiungendo una serie di risultati notevoli. «Ho sempre saputo di potercela fare, ma si trattava solo di decidere quando farlo», ha raccontato Peake, che ha ringraziato i funzionari dell'immigrazione in Australia e Nuova Zelanda per avergli fornito in tempo il visto di viaggio, di cui avrà bisogno per tutti i tornei offshore dati i suoi precedenti penali. «Insieme alla mia famiglia e al mio team, tutti ci hanno creduto e soprattutto ci ho creduto anch'io».
Come quando nel giro finale di domenica ha preso il comando per la prima volta alla 67ª buca ed è rimasto freddo e lucido fino alla fine. «Ho cambiato la mia vita», ha riflettuto Peake. «Questo è ciò che so fare. Voglio solo essere qui e giocare a golf. Il mio passato ormai non lo posso cancellare. Lo sport mi ha salvato». Una storia a lieto fine.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.