"La Germania è razzista": il tedesco Ozil dice addio alla nazionale

Il calciatore tedesco (ma di origini turche) Mesut Ozil lascia la nazionale dopo le polemiche seguite all'incontro di due mesi fa con il presidente Erdogan. "Tedesco quando si vince, immigrato quando si perde: Germania razzista"

"La Germania è razzista": il tedesco Ozil dice addio alla nazionale

Il trequartista tedesco - ma di origini turche - Mesut Ozil dice addio alla Germania "per razzismo". Lo fa con una lettera in cui accusa di atteggiamento discriminatorio il presidente della Federazione, Rheinard Grindel, e il Paese, da cui ha ricevuto insulti e minacce dopo l'incontro dello scorso maggio con il presidente della Turchia, Recep Erdogan. "Mi sento indesiderato. Non è questo il motivo per il quale gioco a calcio. Il razzismo non può mai esser tollerato [...] Agli occhi di Grindel e dei suoi sostenitori sono tedesco solo quando vinciamo, mentre divento un immigrato quando perdiamo", le parole del calciatore.

Dopo il fallimento agli ultimi Mondiali, la nazionale tedesca perde i pezzi. A dire addio alla Mannschaft è Mesut Ozil. Che, su Twitter, ha pubblicato una lettera aperta rivolta al presidente della Federazione Grindel e a tutti coloro che, con il loro atteggiamento razzista, lo hanno spinto a prendere questa decisione. "Le ultime settimane mi hanno dato il tempo di riflettere su quanto accaduto negli ultimi mesi. Dunque, voglio raccontare che cosa ne penso". Inizia così la lunga lettera scritta da Ozil. Tre pagine in cui il forte giocatore dell'Arsenal si scaglia contro Grindel e quella parte della Germania che lo ha insultato.

"Il trattamento che ho ricevuto dalla DFB e da molti altri - scrive Ozil - mi impedisce di indossare la maglia della nazionale tedesca. Mi sento indesiderato e penso a quello che ho ottenuto dal mio debutto in nazionale nel 2009 è stato dimenticato". Facendo riferimento diretto a Reinhard Grindel, presidente della federazione, il centrocampista ha aggiunto: "Alle persone con atteggiamento razzialmente discriminatorio non dovrebbe essere consentito di lavorare nella più grande federazione calcistica del mondo. Atteggiamenti come i loro semplicemente non riflettono i giocatori che rappresentano. Agli occhi di Grindel e dei suoi sostenitori, io sono tedesco quando vinciamo, ma divento un immigrato quando perdiamo". "È con un cuore pesante e dopo molte considerazioni che a causa degli eventi recenti, non giocherò più per la Germania percependo questo sentimento di razzismo e mancanza di rispetto". Ozil ha fatto riferimento anche al casus belli del suo incontro, assieme all'ormai ex compagno di nazionale Gundogan, con il presidente Erdogan.

"Per me la foto con Erdogan non era propaganda, ma è stata usata per fare propaganda destrorsa.

Non si criticavano le mie prestazioni ma il mio legame con le mie radici. Hanno usato la foto per mettere la Germania contro di me". "Di lavoro faccio il calciatore, non il politico. Infatti abbiamo parlato soltanto di calcio", ha chiuso Ozil confermando il suo addio.

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