Gioiello di Bale, tripletta del Real

Il Liverpool perde Salah, il gallese entra e regala la terza Champions di fila a Zizou

Davide Pisoni

E alla fine vince sempre il Real Madrid. Semplicemente imbattibile Mette in bacheca la tredicesima coppa Campioni, la terza consecutiva come solo era riuscito ad Ajax e Bayern Monaco negli anni Settanta. Parliamo di un'altra storia e questa tripletta probabilmente vale più anche della cinquina che le merengues centrarono nelle prime cinque edizioni. Entra nella storia Zidane perché è il primo allenatore a vincere tre Champions di fila, la quarta in cinque anni. Mentre Klopp si conferma l'uomo delle finali perse: è l'ottava su undici «allenate», la terza europea. La storia è sempre la stessa: quando hai di fronte il Real Madrid hai l'impressione di sbattere contro forze oscure. Ti senti impotente: dalla bravura, il capolavoro di Bale che di fatto decide la finale, alla fortuna, sotto forma di infortunio di Salah. Con buona pace di Juventus e Roma (ma anche Bayern), che hanno invocato la Var, pensando che le avrebbe portate a Kiev, stavolta le merengues non hanno avuto bisogno di aiutini. Ci ha pensato l'inguardabile portiere reds, tal Karius, a fare due regaloni grossi a Sergio Ramos e compagni. Firmando la resa del Liverpool che pure era stato l'ultimo a battere il Real in una finale di Champions, 37 anni fa. Sembrava il segno del destino per chiudere un'era.

Invece si è capito presto che il fato andava ancora nella direzione di Madrid. Perché il primo colpo di scena non è un gol, ma la bandiera bianca di Salah. Non per il Ramadan, ma di un contatto ravvicinato con Sergio Ramos che gli fa «uscire» la spalla. Scena muta per il messi d'Egitto in un Liverpool che parte comunque meglio del Real Madrid, trascinato dall'altro musulmano osservante il digiuno, Manè. Le merengues devono fare i conti a loro volta con l'infortunio di Carvajal. Le lacrime degli infortunati fino a quel punto sono le emozioni più forti: uno a uno nelle sostituzioni, zero a zero il risultato. Un pallone finirebbe anche in porta, ma il tap-in di Benzema dopo il miracolo di Karius sulla testata di Cristiano Ronaldo, è annullato per fuorigioco. Il Liverpool ha corsa, il Real Madrid è compassato e a inizio ripresa sbatte sulla traversa con Isco. Serve un episodio per accendere la finale. Ci pensa Karius che regala un gol grottesco a Benzema: il portiere tedesco rimette in gioco il pallone e l'attaccante francese, mettendoci lo zampino, il piede. Grottesco, di simile si ricorda il gol di Peirò a un altro portiere del Liverpool, Lawrence, nella semifinale con l'Inter del '64. È la scintilla ed è bravo il Liverpool a reagire dimenticando l'infortunio di Salah e l'errore di Karius in quattro minuti, con Manè a infilare Navas sottoporta. Anche il senegalese, dopo Firmino e Salah, raggiunge la doppia cifra in questa stagione europea. Quando scade l'ora di gioco arriva anche il momento di Bale, dentro al posto di un Isco non certo nella migliore delle sue serate. È la mossa vincente di Zidane che restaura la BBC, mai vista in Champions in questa edizione, nel momento più importante della stagione. E il gallese al primo pallone giocato di fatto regala una perla inferiore solo a quella di Cristiano Ronaldo contro la Juve, con una bicicletta, che si infila in rete. Così Zidane con la rete al Bayer Leverkusen scivola sul gradino più basso del podio dei gol più belli.

Ma neanche una perla del genere stende il Liverpool aggrappato a Manè, che centra il palo. Cristiano Ronaldo non la chiude, Benzema neppure. E allora ci pensa ancora Bale con la complicità dell'impresentabile Karyus che sulla sassata da trenta metri fa un'altra paperissima.

CR7 non segna nella quarta finale di Champions per colpa anche di un invasore di campo: gioco fermo mentre il portoghese sta caricando il tiro in porta. Ma Cristiano Ronaldo aveva detto che non gli interessava segnare ma alzare la quinta coppa personale. Missione compiuta perché alla fine vince sempre e comunque il Real Madrid

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