Il giorno perfetto di Jannik, il nuovo Re

Le prime parole: "Mi son buttato nel fuoco e il risultato è questo"

Il giorno perfetto di Jannik, il nuovo Re
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Un luccicone che si ferma prima di partire e poi un sospiro: il re è molto più umano di quanto sembri. Il momento resta sospeso nel tempo, e il primo giocatore italiano a diventare numero uno mondiale del tennis perde per una volta la sua faccia da poker, questa volta non può bluffare. È la storia.

Sono le 17.35 di un giorno che non è come gli altri. Sembra un sogno, di quelli che solo Parigi sa regalare, e a Jannik Sinner passa tutta la vita davanti in un secondo: ha solo 22 anni, tra poco più di due mesi sono 23, ma è come avesse vissuto un'esistenza. La realtà e che quello che tutti vorrebbero essere da bambini adesso è lui, «ed è una cosa incredibile: devo ringraziare il mio team, tutte le persone che mi sono state vicino, tutti quelli che mi hanno sostenuto, soprattutto dall'Italia». Poi si ricompone: «Cercherò di non pensarci adesso». Perché Jannik è in semifinale del Roland Garros per la prima volta, ma non è la notizia del giorno questa.

Il fulmine intanto era arrivato annunciato, anche se è quasi da non crederci: il ginocchio fa male, Novak Djokovic fa chiamare gli organizzatori e annuncia il ritiro, Rune passa il turno, Sinner passa alla storia. Nessuno glielo dice, ma lui deve sentire qualcosa dentro, è 6-2, 6-4, 5-4 e servizio, ma si smarrisce, per un attimo, dando a Dimitrov la possibilità di rientrare in partita. Durerà solo un momento, perché il set, e il match, finirà al tie-break, eppure certe congiunzioni sono molto più che astrali. Così ecco l'emozione quando Fabrice Santoro, nell'intervista alla fine, dopo tre domande inutili gli dà la notizia: «Non posso non dirti una cosa: da lunedì 10 giugno sarai». Quel che c'è poi resterà nel tempo.

«Mi dispiace per Novak - dice e dirà poi Jannik -, non è bello quando uno deve ritirarsi. In questi anni ho fatto sacrifici, li ho accettati, ho avuto la fortuna di circondarmi di persone oneste che mi sanno dire sempre la verità, un po' mi son buttato nel fuoco sapendo di rischiare.

Il risultato è questo, ma è solo un numero: ho iniziato il torneo con tanti dubbi, ora mi sento bene, sono qui per fare il meglio possibile. Sì, per vincere». È solo l'inizio insomma, e si riparte da una semifinale a Parigi. Domani è un altro giorno, ma non può essere più come prima quando la bellezza della vita ti sorprende con una lacrima.

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