Giro d'Italia 2023, come sarà secondo il campione Nibali

La Corsa Rosa al via dal 6 maggio dell'anno prossimo. Torna l'arrivo in salita sulle Tre Cime di Lavaredo, teatro dell'indimenticabile impresa di Vincenzo Nibali nell'edizione 2013

Giro d'Italia 2023, come sarà secondo il campione Nibali

È stato presentato il percorso della 106ª edizione del Giro d'Italia, che partirà il 6 maggio in Abruzzo e dopo 21 tappe terminerà il 28 maggio a Roma. Verranno toccate ben 17 Regioni, a coprire praticamente tutto lo Stivale. Sono previste ben tre cronometro, ma allo stesso tempo il percorso è infarcito di salite e si preannuncia grande spettacolo in montagna. I ciclisti percorreranno un totale di 3.448 chilometri, con oltre 51mila metri di dislivello.

Il percorso

Dalla grande partenza in Abruzzo al gran finale a Roma, ai Fori Imperiali. La corsa, avrà anche uno sconfinamento in Svizzera, dove sui 2.469 metri del Gran San Bernardo è posta la Cima Coppi. Il via da Fossacesia (Ch) con una cronometro di 18,5 km corsa in buona parte su una pista ciclabile, fino a Ortona, lungo la meravigliosa Costa dei Trabocchi. La seconda, per velocisti da Teramo a San Salvo. La terza, con partenza da Vasto, arriverà in Basilicata, a Melfi. Già alla quarta tappa il primo arrivo in salita nella Venosa-Lago Laceno. Il punto più meridionale sarà raggiunto nella quinta, l’Atripalda-Salerno. Dopo la riedizione della bellissima Napoli-Napoli, ecco la Capua-Campo Imperatore, al termine di una lunga salita. Al sabato si torna a salire nella Terni-Fossombrone, infine una nuova crono da Savignano al Rubicone a Cesena (33,6 km, totalmente pianeggianti). Nove tappe tutte d’un fiato prima del giorno di riposo. La decima, la Scandiano-Viareggio, e l’undicesima, la Camaiore-Tortona, sorrideranno ai velocisti.

Assai più insidiosa la Bra-Rivoli. Venerdì 19 maggio, da Borgogranco d’Ivrea a Crans Montana. Il tappone alpino, con due ascese sopra i 2.000 metri, tra cui il Gran San Bernardo, Cima Coppi del Giro a 2469 metri) sarà il primo test per gli uomini di classifica. Il rientro in Italia sarà piuttosto soft con le Sierre-Cassano Magnago e la Seregno-Bergamo. L'ultima settimana sarà molto impegnativa: il Monte Bondone con punte al 15% scremerà il gruppo; la frazione con l'arrivo in Val di Zoldo sarà breve (160 km) ma intensa (3.700 metri di dislivello). Da Longarone (a 60 anni dalla tragedia del Vajont) partirà il tappone dolomitico con arrivo alle Tre Cime di Lavaredo, frazione infernale con 5.400 metri di dislivello e cinque asperità (Campolongo, Valparola, Giau, Tre Croci e arrivo al Rifugio Auronzo); l'ultima fatica sarà la cronoscalata del Monte Lussari, con tratti al 22%. Infine, la passerella ai Fori Imperiali della Città Eterna.

Chi è Vincenzo Nibali

Ha corso sempre all'attacco da vero Squalo, da qui il suo soprannome. Vincenzo Nibali viene considerato il miglior ciclista italiano di questo secolo e uno dei migliori di sempre. È infatti uno dei sette corridori, l’unico italiano dopo Felice Gimondi, ad aver conquistato Vuelta di Spagna (2010), Giro d’Italia (2013-2016) e Tour de France (2014), i tre grandi giri a tappe. Ha vinto inoltre tre cosiddette “classiche monumento”: due Giri di Lombardia e una Milano-Sanremo. Il numero delle sue vittorie (52) e la qualità di molte di esse è però solo una parte di quel che Nibali è stato per il ciclismo. È riuscito a diventare, infatti, il punto di riferimento del ciclismo italiano dopo Marco Pantani, che morì nel 2004, un anno prima che lui diventasse professionista.

Di lui si dice spesso che non sia mai stato il più forte in niente, ma che tuttavia abbia saputo essere abbastanza forte in tutto e soprattutto cocciutamente capace di cogliere gli attimi, azzardare le azioni, ribaltare i momenti e realizzare l'impossibile. Indimenticabile il Giro 2013, dominato dall'inizio alla fine, di cui resta impressa la maglia rosa nella bufera di neve delle Tre Cime di Lavaredo. In mezzo a una carriera di successi e soddisfazioni, il rimpianto maggiore può essere la prova in linea delle Olimpiadi di Rio 2016. Quel giorno lo Squalo, aiutato da un’ottima Italia, si trovava in testa dopo l’ultima, durissima salita, ma una caduta in discesa gli tolse ogni possibilità di mettersi al collo una medaglia che quel giorno avrebbe meritato. Anche se, in una carriera come la sua non c’è davvero spazio per i rimpianti.

Il commento di Nibali sul prossimo Giro

Ecco il giudizio dello "Squalo" dopo aver assistito alla presentazione del Giro d’Italia 2023:"Il percorso è stato disegnato molto bene, sarà un Giro speciale, molto simile ai due che ho vinto io. Pur non gareggiando più, ho osservato questo percorso ancora da atleta, da corridore: è una prima parte molto movimentata, ma dalla seconda settimana in poi bisognerà dare il massimo, c’è un trittico in montagna che fa davvero paura! Intrigante la tappa a Campo Imperatore, lì sarà necessario difendersi e magari provare a guadagnare qualcosa. In generale, però, sarà un Giro dalla difficile gestione: l’ultima settimana sarà quella chiave".

Nibali così il suo giudizio "Una tappa che ho nel cuore è sicuramente quella con l’arrivo in quel di Tre Cime di Lavaredo, e lì più che la fatica ricordo il freddo! Era stata una giornata terribile per tutti, l’andatura era sostenuta perché andando veloci ci riscaldavamo; le condizioni erano davvero difficili, ma aver consolidato lì la Maglia Rosa è un ricordo e un’emozione straordinaria. Non ho ancora realizzato del tutto che non gareggerò più, per ora è come se avessi soltanto finito la stagione; forse adesso che non ci saranno le gare potrò metabolizzare il tutto, quando si ripartirà, inizieranno i ritiri e io sarò lì a guardare, allora capirò che qualcosa è cambiata".

I protagonisti

Svelato il percorso completo, cresce la curiosità per quanto riguarda i possibili partecipanti. Tra i big sarà molto probabile la presenza di Remco Evenepoel, trionfatore alla Vuelta a España 2022 e ai recenti Mondiali di Wollongong. Qualche giorno fa il belga ha infatti affermato che ci sono buone possibilità di partecipare al prossimo Giro e ora i 70 km a cronometro rappresentano un motivo ulteriore per prendere parte alla prossima Corsa Rosa. Oltre a Evenepoel, anche Primoz Roglic potrebbe partecipare al Giro 2023. In questo senso l'azienda organizzatrice Rcs sta corteggiando lo sloveno, che potrebbe cedere alle lusinghe. Possibile poi il ritorno del colombiano Egan Bernal dopo il grave incidente di inizio 2022, e quasi certamente ci saranno l’australiano Jai Hindley e l’ecuadoriano Richard Carapaz, rispettivamente primo e secondo nella scorsa edizione, oltre al britannico Geraint Thomas.

Pochissime chance invece per quanto riguarda lo sloveno Tadej Pogacar e il danese Jonas Vingegaard. I due quasi certamente si daranno nuovamente battaglia al prossimo Tour de France.

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