Trent'anni fa Luca Cadalora vinceva due titoli mondiali uno dopo l'altro in sella alla Honda 250 ufficiale, per poi passare alla 500 e farsi valere guidando moto da 200 cavalli di potenza, inavvicinabili da piloti non straordinari. In tempi molto più vicini, dal 2016 al 2018, Luca è stato il coach di Valentino Rossi e questo ritorno alle corse è stato un corso di aggiornamento che ne fa uno dei massimi esperti di MotoGP. Con lui abbiamo parlato del campionato che sta cominciare con il doppio appuntamento in Qatar, partendo dalla defezione di Marc Marquez. «I medici hanno ritenuto più prudente rimandare il suo rientro anche perché avranno capito che non sarebbe andato a Doha per fare una passeggiata. A quanto pare servirà ancora un po' di tempo prima che possa affrontare un GP».
Dopo un anno di stop quanto ci metterà a tornare il vero Marquez?
«Alla sua età poco, pochissimo. Anch'io mi fermai un anno, nel '98 ed ero più vecchio di lui, ma quando la Yamaha mi chiamò a guidare la sua 500 mi bastò un turno di prove per riprendere il ritmo e in gara ero con i primi».
Può vincere il campionato?
«Dipende da come vanno le cose: se vinceranno un po' tutti come nel 2020 è un discorso, ma se comincia a farlo sempre lo stesso la faccenda cambia».
Abbiamo avuto cinque soli giorni di test precampionato, tutti in Qatar.
«Sono un po' pochi, ma qualcosa si è visto: le Ducati vanno forte, le Yamaha pure, la Suzuki sarà della partita».
Il più veloce è stato Jack Miller, neo pilota ufficiale Ducati.
«Quando hai l'occasione di correre da pilota ufficiale, devi sfruttarla. Miller sa che è la sua grande occasione e cercherà di metterla a frutto. La velocità non gli è mai mancata, deve fare quel salto che serve per diventare costante; il Qatar può aiutarlo perché c'è un rettilineo lunghissimo che favorisce la Ducati capace di superare i 350 km/h in velocità massima».
Anche la Yamaha sembra avere lavorato bene.
«Sembra proprio di sì, ma aspetto di vedere la gara perché è sulla distanza che vengono fuori i problemi. C'è un telaio nuovo, hanno lavorato bene sulla aerodinamica e hanno quattro piloti mica da ridere, questo li mette tra i favoriti».
Sul fronte piloti non ci sono grosse novità.
«Le novità sono più che altro sul fronte dei rookies, con il campione della Moto2 Andrea Bastianini e Luca Marini, il fratello di Valentino Rossi, che debuttano nella classe regina con la Ducati. E poi c'è Bagnaia nel team ufficiale. Lo scorso anno ha fatto vedere buone cose, ora si deve confermare. Sono molto curioso di vederli all'opera perché secondo me hanno talento e personalità».
Ci sono i giovani ma anche un usato garantito.
«Rossi troverà molta motivazione nell'essere in squadra con Morbidelli e nel confronto con quelli che sono i suoi ragazzi perché si allenano con lui al ranch tutte le settimane. La carta d'identità non fa sconti a nessuno, però gli stimoli non gli mancheranno e potrebbe sorprenderci».
Che suggerimento gli darebbe se fosse ancora il suo coach?
«Non gli davo consigli neanche quando lavoravamo insieme... Lui si diverte, guida una delle moto migliori, se riesce a stare con i primi è una gran bella cosa perché adesso i giovani vanno forte, è diventata dura».
Non abbiamo parlato del campione in carica...
«Mir è uno di quelli forti; lo scorso anno gli eventi lo hanno un po' aiutato ma era comunque in crescita e se sarà in grado di fare un altro step può confermarsi
numero uno, anche perché la Suzuki è una buona moto. Mi aspetto un campionato serrato dove non ci sarà un dominatore, ma spazio un po' per tutti. Almeno è quello che mi auguro, perché in questo caso vedremo delle belle gare».
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