La coppetta può salvare la stagione, anche se Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi non saranno d'accordo. Basta però immaginarsi, giovedì mattina, nei panni della squadra sconfitta: nel caso della Juventus, finirebbe la stagione con zero titoli per la prima volta negli ultimi dieci anni, chiudendo poi il campionato con meno punti rispetto a quelli conquistati con Pirlo dodici mesi fa e un quarto posto che saprebbe davvero di obiettivo minimo e, visto come si erano messe le cose, anche faticosamente raggiunto. Se invece fossero i nerazzurri a soccombere, potrebbero poi trovarsi dopo pochi giorni a dovere applaudire i cugini del Milan neo campioni d'Italia e con in bacheca soltanto la Supercoppa vinta a gennaio. Vero che in stagione l'Inter si è anche qualificata per gli ottavi di Champions League, traguardo che mancava dal 2011/12, però poi lì si è fermata e, insomma, sarebbe difficile archiviare come del tutto positiva una stagione dove il solo trofeo vinto sarebbe appunto la Supercoppa.
«In estate proprietà e dirigenza mi avevano chiesto di arrivare in Champions, non abbiamo nulla da rimproverarci», aveva messo le mani avanti qualche settimana fa lo stesso Inzaghi. Che è ancora in lotta per lo scudetto, ma senza avere più il destino tra le proprie mani visto che al Milan basteranno quattro punti da conquistare nelle ultime due partite del campionato. «Andremo avanti certamente con lui», le successive parole di Marotta, consapevole del fatto di avere dovuto difendere lo scudetto dovendo rinunciare a Lukaku, Hakimi ed Eriksen. Insomma: immaginare in caso di ko contro la Juve che la panchina di Inzaghino, sotto contratto fino al 2023, possa diventare scottante pare al momento eccessivo. Però mai dire mai, anche perché nell'ambiente qualche malumore si era palesato nel periodo in cui l'Inter pareva non sapere più vincere. Ecco allora che bissare la Coppa Italia vinta nel 2019 guidando la Lazio equivarrebbe a un'automatica conferma e alla possibilità magari di fare un pensiero al prolungamento del contratto.
Dubbi sul futuro prossimo di Allegri invece non ce ne sono: accordo fino al 2025 (7 milioni netti a stagione), la protezione di Andrea Agnelli a prescindere e una società per nulla avvezza ai colpi di testa. Però, insomma, una Juve senza titoli per la prima volta in dieci anni avrebbe del clamoroso e farebbe storcere ancor più il naso a quei tifosi che già sopportano poco il risultatista di Livorno. Il quale comunque ha storicamente un gran bel rapporto con la Coppa Italia: ne ha già vinte quattro, primato che condivide con Eriksson e Mancini, e potrebbe essere il primo a collezionarne cinque.
Per di più, era stato lui a riportare il trofeo a Torino dopo venti anni di astinenza, dal 1995 al 2015: alzarlo nuovamente al cielo gli permetterebbe di dare sostanza a una stagione anonima e sotto tono, vendicando anche il ko in Supercoppa e battendo l'Inter per la prima volta in stagione, visto che in campionato il bilancio è stato di un pareggio e una sconfitta.
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