Inter avanti di rigore

I nerazzurri qualificati agli ottavi di Champions con due turni d'anticipo (non accadeva dal 2004) e ora possono concentrarsi solo sul campionato. Inzaghi fa turnover poi entra Martinez per risolvere la pratica Salisburgo

Inter avanti di rigore
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Non c'è solo il rigore conquistato da Barella e trasformato da Lautaro a 5 minuti dalla fine nella stretta vittoria dell'Inter a Salisburgo. C'è, al netto di un avversario che è di una categoria inferiore, un piano strategico preciso, la volontà di non rischiare, la consapevolezza di sapersi più forti e di poterlo dimostrare. Parte l'Inter-bis, arriva e vince l'Inter vera. Lautaro, sempre lui: traversa e gol. Bene Thuram, benissimo accanto al capitano. Segnali anche questi.

Ottavi conquistati con 2 partite di anticipo, come all'Inter non riusciva dal 2004. Inzaghi così trasforma in gita la prossima trasferta di Lisbona, in casa del Benfica, grande delusione di questa Champions, anche se l'obiettivo vero a questo punto è ovviamente il primo posto nel girone, che l'Inter si giocherà in casa, nell'ultimo turno con la Real Sociedad.

Il piano dell'Inter era scritto già a Milano, prima ancora di partire: lasciare palla agli avversari, tenendoli il più lontano possibile da Sommer. Missione compiuta per intero anche nel primo tempo, il migliore del Salisburgo. Per Sommer un'unica parata, su punizione di Glouckh poco più che innocua. Per contro, il portiere austriaco in 45' parate non ne fa, ma già corre i pericoli più grandi.

Prima ripartenza nerazzurra dopo 22 minuti (da angolo avversario), poi Bastoni che di testa manda incredibilmente fuori dallo specchio della porta e infine l'occasione più importante: da Sommer il rinvio lungo per Carlos Augusto, testa per Thuram che s'invola di potenza e prepotenza, gran palla per Sanchez sul dischetto del rigore e tocco corto per Frattesi, che manda in fumo, cioè alto, un'azione da manuale.

Anche questo è calcio moderno, non l'antico catenaccio e contropiede. La prima regola è evitare i pericoli, alzarsi quando serve, mai scoprirsi e semmai aspettare. L'Inter non è mai arroccata nella propria area di rigore. La seconda regola sarebbe il gol da segnare appena gli altri sbagliano, ma stavolta l'Inter ci riesce solo su rigore, peraltro netto (tiro di Barella dal limite, mano di Bidstrup). Nel primo tempo sbaglia in proprio, nel secondo ci pensano il portiere Schlager e la traversa su gran colpo di testa di Lautaro a tenere in equilibrio il Salisburgo fino al minuto 85. Ma fatti i conti, l'Inter poteva dilagare. Vince con merito, avanza fra gli applausi.

Inzaghi si gode anche il solito gruzzolo di minuti europei, fatti risparmiare a parecchi titolari. Debutta bene Bissek, che però non rientra in campo dopo l'intervallo, perché ammonito.

Fuori per lo stesso motivo anche Calhanoglu, rilevato da Asllani più maturo da una partita all'altra. Nel Salisburgo, il solito Glouckh e anche Simic meglio di Konatè, per il quale Marotta conferma l'interessamento dell'Inter.

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