I peccati originali della Juve. La Champions unico alibi

Gli infortuni sono un caso, il mercato incompleto inevitabile. Thiago Motta delude tra gioco e pareggi

I peccati originali della Juve. La Champions unico alibi
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I detrattori se la godono, perché la Juventus di Thiago Motta ha sette punti meno dell'ultima versione targata Allegri a questo punto della stagione. E anche perché la cifra di gioco proposta dai bianconeri in alcune circostanze recenti non è che abbia soddisfatto il gusto estetico di milioni di calciofili. Poi c'è invece chi difende l'ex tecnico del Bologna a spada tratta sostenendo che la sua Juve giochi decisamente meglio di quella dell'anno scorso e che la strada tracciata sia quella giusta. Sullo sfondo una domanda: perché cosi tanti infortuni? Va peraltro da sé che non manca l'attenuante che però è più una colpa: nove giocatori di movimento fermi ai box sono un'enormità e non si possono dimenticare, al netto dei due crociati rotti di Bremer e Cabal. E in alcuni casi non si è forse tenuta nella giusta considerazione lo storico di alcuni di loro. Nico Gonzalez, per dire, era soggetto a guai muscolari anche a Firenze e immaginare che a Torino potesse diventare il ritratto della salute (è fermo dal 2 ottobre) è stata operazione troppo ottimistica: siccome Milik era ai box già lo scorso giugno, affrontare una stagione con un parco attaccanti così striminzito suona come un peccato originale difficile da perdonare, soprattutto tenendo conto che sono stati spesi decine di milioni di euro per regalare abbondanza in settori (la porta, ma anche il centrocampo) dove in realtà non c'erano particolari buchi da coprire. La seconda attenuante bandiera che viene sventolata un po' di qua e un po' di là a seconda della tesi che si vuole portare avanti porta poi agli impegni di Champions: quest'anno ci sono e la scorsa stagione non c'erano, così che oltre ai guai fisici ci si mette di mezzo anche la stanchezza che si fa sentire in un gruppo dove non tutti sono abituati a giocare tre gare alla settimana. Insomma: tutti vogliono frequentare il palcoscenico della Champions sia per il prestigio personale che per gli introiti che la stessa garantisce alla società, ma il conto da pagare arriva poi puntuale per chi non è in una condizione ottimale.

Uscirne è comunque obbligatorio, perché sei vittorie e otto pareggi non sono il bilancio che la Juventus si aspettava.

Il quarto posto in campionato resta l'obiettivo minimo stagionale, del tutto raggiungibile a patto di recuperare in fretta Vlahovic (con lui la media gol è di 1,5 a partita: senza, si scende a 0,33) e di cominciare ad ammirare il Koopmeiners atalantino' e non quello sbiadito visto finora: se poi anche Douglas Luiz uscisse dall'infermeria che frequenta dal 19 ottobre, gli scenari potrebbero farsi nuovamente interessanti. Sabato, contro il Bologna che è stato di Thiago Motta, bisognerà in ogni caso rimettere il piede sull'acceleratore.

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