Questione di priorità. Solo che nel tempo possono cambiare. L'anno scorso fece scalpore l'esonero di Carlo Ancelotti dal Bayern Monaco, arrivato il 28 settembre dopo un clamoroso 3-0 subito in Champions League a Parigi contro il Psg. Mai, in tutta la loro storia, i bavaresi si erano separati da un tecnico prima dell'inizio di ottobre. Una decisione che il presidente Uli Hoeness giustificò con parole chiare: «Nessun allenatore può sopravvivere se ha contro cinque giocatori importanti».
Ancelotti, effettivamente, non era ben visto da Müller, Hummels, Robben, Ribery e Boateng: Carletto puntava su gente come Coman, James Rodriguez e Süle, cercando di avviare un cambio generazionale che riteneva inevitabile. La società la diede vinta allo spogliatoio, richiamando Heynckes in panchina. Risultato? Solo un titolo conquistato (Bundesliga) sui tre possibili (Coppa di Germania e Champions League). Ora che a Monaco la situazione allenatore si è ripresentata, la società ha effettuato una scelta molto diversa. Niko Kovac, diventato tecnico dei bavaresi a luglio, è stato contestato dallo spogliatoio, specie dai veterani, perché fa troppo affidamento al turnover. Giocatori che in passato sono sempre stati titolari si sono ritrovati perennemente in ballottaggio. I risultati ne hanno risentito più di quanto non sia capitato con Ancelotti (il Bayern è a 9 punti dal Borussia Dortmund primo), eppure Kovac è ancora lì. E potrebbe restarci perfino più a lungo di alcuni giocatori.
Hoeness nei giorni scorsi ha confermato che a fine anno il club si separerà da Ribery e Robben (a Monaco rispettivamente da 12 e 10 stagioni), entrambi in scadenza di contratto. Decisione forte, anche perché sia nel 2017 che nel 2018 erano riusciti a strappare il rinnovo. A gennaio, inoltre, sbarcherà a Monaco Alphonso Davies, esterno d'attacco classe 2000 che può giocare su entrambe le fasce. Hoeness ha provato a giustificare le proprie scelte («Robben e Ribery hanno dato tutto per noi e per confermarli, beh, rischio anche di perdere il campionato una volta...
»), ma di fatto, bocciando perfino un acquisto in stile Cristiano Ronaldo («Ha 33 anni e costerebbe 100 milioni a stagione»), ammette che a Monaco è previsto un cambio generazionale. Anche se con un anno di ritardo rispetto a quanto voleva Ancelotti. Questione di priorità. Ora decisamente diverse.
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