L'aveva promesso Silvio Berlusconi, l'aveva raccontato Adriano Galliani solitamente accorto nelle edizioni precedenti, l'avevano schizzato sulla carta nei colloqui di Madrid con Carlo Ancelotti. «Il Milan farà un mercato impegnativo», dissero suscitando le solite invidiuzze («campagna elettorale», il ritornello scontato) ed ecco la chiave di volta per capire da dove arriveranno i finanziamenti immediati, e generosi, per rilucidare il marchio del club. Può sorridere Sinisa Mihajlovic che ha colto già nel colloquio di mercoledì sera le intenzioni di presidente e ad. Mino Raiola, agente di Ibrahimovic, ha capito al volo la svolta e ha dettato, sul conto di Ibra, una frase del genere: «A volte anche i sogni si possono realizzare». Come per dire che è pronto a scendere in campo per riportare lo svedesone a Milanello assecondando la sua effettiva volontà. Non basterà, anche se gente di calcio come Antonio Cassano ha sempre pensato che «Ibra è l'unico che può far diventare terzo il Milan attuale». Un centravanti più un regista e un difensore: ecco la spina dorsale indicata da Ancelotti durante i colloqui di Madrid.
Non si cambia strategia, dunque, proprio adesso che l'arrivo dall'Asia di un solido investimento può riportare il mercato milanista agli obiettivi di una volta. Addio parametri zero. Ibra, a 34 anni, sarà la suggestione per esercitare il richiamo presso altri sodali, poi bisognerà piazzare intorno a lui altre pedine, almeno due di identico spessore tecnico, un difensore centrale possibilmente (David Luiz, brasiliano, e gemello di Thiago Silva) e un centrocampista che completi l'officina con Montolivo (Witsel, belga dello Zenit, esponente di punta della sua nazionale, ma soprattutto Kondogbia del Monaco) prima di passare al setaccio il calcio italiano che deve restare l'obiettivo principale, spiegato al tecnico serbo. E perciò tutte le candidature sono possibili: a cominciare da Bertolacci (Genoa) per finire a Baselli e anche Darmian che sembrava diretto in Germania e che adesso invece può tornare all'ovile della sua infanzia calcistica (ha cominciato nel Cimiano).
Galliani, ieri a Berlino per ritirare il premio quale secondo club con più coppe Campioni vinte (sette dietro il Real con 10), è chiamato subito a mettersi al lavoro.
Potrà giovarsi della collaborazione di Nelio Lucas, della Doyen, il rappresentante di mister Bee all'interno del braccio operativo del club, ma i nomi della scuderia non sono nell'agenda perché il Milan punterà su obiettivi diversi. Cambierà la strategia anche in materia di rinnovi: solo quegli indispensabili al rilancio faranno parte del prossimo Milan che deve avere come traguardo il ritorno immediato in Champions league.
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