
Non un tabù, ma quasi. Di certo, un brusco cambio di abitudini, che un po' stona nella fin qui positiva stagione nerazzurra. Dopo avere vinto 6 derby di fila, l'Inter ne ha persi 2 degli ultimi 3, pareggiando il terzo, il più recente (2 febbraio). «Solo all'andata in campionato abbiamo avuto delle difficoltà», spiega Inzaghi, provando a piallare la delusione. «Gli altri due sono stati equilibrati, decisi dagli episodi».
Coppa Italia atto primo, provando a non pensare alle trasferte di Parma (sabato) e Monaco (martedì) e con tanta voglia di rivincita. Perché il derby alza l'importanza anche del traguardo meno prestigioso e remunerativo. A proposito di soldi: stadio pieno, ma non esaurito. Diretta tv in chiaro e caro biglietti, contestato da entrambe le tifoserie, anche se il presidente Marotta, a margine di un convegno economico, evidenzia come «nei ricavi da stadio, ci sia ancora una differenza di 60/70 milioni fra noi e i principali concorrenti europei». Questo per dire che, quando ci sarà, il nuovo stadio non abbasserà di certo il prezzo medio del biglietto. E sempre a proposito di incassi, Marotta aggiunge: «In 10 partite di Champions abbiamo guadagnato 100 milioni. Il campionato vale 95 milioni e dura 38 gare. Va trovato un riequilibrio, ma senza contrapposizioni violente come qualche anno fa».
La battaglia del grano non è mai finita, anche se con i risultati Inzaghi in questi anni ha dato una bella mano al bilancio nerazzurro. «Volevamo arrivare ad aprile e poterci giocare tutto», sottolinea. Obiettivo centrato, ma tutto è ancora da vincere. «Il Milan è una squadra molto forte, che può battere chiunque e lo ha dimostrato». Per l'Inter, la fresca lezione subita dall'Udinese, con il preoccupante calo del secondo tempo. «Abbiamo commesso errori che non dobbiamo ripetere, perdendo lucidità. Non è da noi».
Il derby aiuta a tenere alta anche la concentrazione, poi il resto lo farà la salute e l'Inter del primo tempo di domenica è parsa una squadra in condizioni fisiche perfette, soprattutto nei suoi giocatori più importanti, a prescindere da quelli che anche stasera marcheranno ancora visita, perché infortunati. Niente Lautaro, nemmeno in panchina, come Inzaghi almeno sperava. L'obiettivo resta rivederlo a Parma per poi averlo titolare contro il Bayern. Proprio l'attacco è il reparto dove la coperta più è corta, considerando anche l'assenza di Taremi (almeno 20 giorni). Inzaghi ne sceglierà due fra Thuram, Correa e Arnautovic (favoriti i primi due).
Centrocampo deciso per due terzi dal giudice sportivo, in quanto Asllani è squalificato oggi (perciò conferma per Calhanoglu) e Barella lo sarà per Parma (e quindi stasera gioca). L'ultimo posto è per Frattesi, per dare un turno di tregua a Mkhitaryan, tornato in condizione. Si rivedono Bastoni e De Vrij, riposa Acerbi e in porta riecco Martinez.
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