All'andata fu Zidane a parlare di finale, stavolta lo fa Conte, nella speranza che l'esito sia lo stesso. Peraltro, nemmeno battendo stasera il Real Madrid a San Siro, l'Inter è certa di rimediare alla partenza in retromarcia nel girone di Champions League. «Per qualificarci serviranno 7 punti, forse 9», ammette Conte. Vincere, la prima delle 3 finali che l'aspettano, vorrebbe anche dire inguaiare il Madrid, stasera in campo senza le stelle Ramos e Benzema, più qualche comprimario di lusso. «Mi fa sorridere parlare delle loro assenze», taglia corto Conte, che all'andata rinunciò a Lukaku (mezza squadra) e in effetti, finora mai ha avuto l'organico al completo.
Resta che l'occasione è ghiotta per tornare in corsa: se all'eventuale successo nerazzurro, si sommasse quello possibile del Gladbach sullo Shakhtar, stasera l'Inter si ritroverebbe seconda nel girone. «La partita di andata ha dimostrato che tutto è possibile, ce la giocheremo alla pari e a testa alta», sottolinea Conte. Il bilancio della sua Inter in Champions è in rosso: 2 sole vittorie in 9 partite, con 4 sconfitte (2 quest'anno). Fuori al primo turno l'anno scorso, quando l'amarezza dell'eliminazione venne poi stemperata dalla cavalcata in Europa League, non può permettersi un altro flop nel girone (che poi per l'Inter sarebbe il terzo in 3 anni). «Questo è il gruppo più difficile di tutta la Champions: credo che avremmo meritato una classifica migliore, ma se i risultati non sono arrivati è giusto interrogarsi e cercare di capire perché»: racconta, consapevole degli errori commessi nelle tre partite precedenti.
A incoraggiare l'Inter soprattutto i suoi tifosi l'ultimo precedente a San Siro contro il Real Madrid. Risale al 1998, 22 anni fa, il 25 novembre, esattamente come oggi. Finì 3-1 per l'Inter, con il più bel Robi Baggio nerazzurro che si ricordi (2 gol in 7 minuti). In panchina, Gigi Simoni, poi ripagato dopo 5 giorni (e un'altra vittoria) con l'esonero più assurdo che si ricordi. Conte almeno, non corre questo rischio. Però è chiaro che la falsa partenza nella stagione che doveva essere della consacrazione, sfuoca l'attuale fotografia di critica e tifosi. «Me ne sono accorto già l'anno scorso: qui si tende sempre a negativizzare. Io ero preparato, magari qualche ragazzo un po' meno»: non sembri però solo un dribbling alle classifiche. Conte sa bene che l'Inter deve migliorare. «Il salto di qualità dobbiamo ancora farlo. Le chiacchiere stanno a zero: dobbiamo parlare con i fatti. Tutti dobbiamo assumerci le responsabilità: io, i giocatori, anche la società. Se il salto ancora non c'è stato, dobbiamo rivedere qualcosa». E ancora: «Se vogliamo essere competitivi, dobbiamo alzare tutti i livelli: concentrazione, fame, cattiveria».
La sfida di stasera è l'occasione giusta per battere finalmente un grande club e rilanciarsi. Formazione (quasi) scontata: difesa titolare, Vidal più Gagliardini e Barella in mezzo al campo, Martinez e Lukaku in attacco. L'unico dubbio è sulla fascia sinistra (a destra Hakimi): Perisic favorito su Young.
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