Inter-Roma oltre il calcio. Da classica italiana a duello fra Cina e Usa

Zhang e Pallotta, stasera non solo sfida fra club ma anche fra due modi diversi di viverlo

Inter-Roma oltre il calcio. Da classica italiana a duello fra Cina e Usa

Inter-Roma si legge Cina contro Usa. La sfida dei due mondi è una finestra sulla grande Europa. In palio questa sera in un San Siro delle grandi occasioni un posto nella prossima edizione della Champions League. Zhang Jindong da una parte, James Pallotta dall'altra. Il commerciante e l'affarista. Il patron di uno dei più grandi gruppi dell'elettronica mondiale e il gestore di un fondo che rende milioni di dollari all'anno. Entrambi ricchi. Il primo è partito da un piccolo negozio di famiglia, l'altro ha fatto l'università e la carriera per gradi. Il proprietario dell'Inter è il secondo uomo più ricco di Cina, il settimo del mondo secondo la rivista Forbes con un patrimonio stimato di 47 miliardi di dollari; il numero uno della Roma fa donazioni filantropiche per milioni di dollari all'anno.

Cina e Usa in una sfida che fino a qualche anno fa valeva scudetti e coppe Italia sotto la guida delle famiglie Moratti e Sensi. Oggi ci sono due proprietà agli opposti. Zhang Jindong conosce lo sport italiano da un anno, dall'acquisizione della maggioranza dell'Inter. Ha trapiantato a Milano il figlio Steven per seguire da vicino la squadra nerazzurra su consiglio di Massimo Moratti e Marco Tronchetti Provera. Ma Suning va di corsa, rastrella diritti tv dei tornei europei, Jindong rientra da una due giorni a Madrid dove ha fatto visita al Real e tra le altre cose intavolato un discorso per James Rodriguez. Stamattina andrà alla Pinetina, stasera sarà allo stadio dove ha esordito vincendo contro la Juventus. Invece James Pallotta segue tutto dall'America. Ha scoperto lo sport fin da piccolo e prima della Roma e del pallone, c'è stato il basket e i Boston Celtics di cui è co-proprietario e ha vinto un anello. Le sue visite a Roma si contano sulle dita di una mano, basti pensare che tornerà in Italia a metà marzo ma manca da settembre. Sette mesi che per una società di calcio rappresentano un'eternità. Due filosofie diverse a confronto. I cinesi rispettosi della storia vogliono rimanere a San Siro, meglio da soli ma stanno ancora aspettando il Milan e se si andasse per le lunghe sono anche pronti farselo tutto nuovo lo stadio; viceversa gli americani non si sono fatti problemi ad abbandonare l'Olimpico e dopo un iter estenuante hanno ottenuto quello che volevano, costruire a Tor di Valle la nuova casa giallorossa.

Suning si è presentata al calcio italiano introducendo il casting per la scelta dell'allenatore, puntando su quel Stefano Pioli che stasera sfiderà quel Luciano Spalletti che l'anno scorso a gennaio dovette imbarcarsi in fretta e furia per un volo transoceanico destinazione Boston per conoscere Pallotta e firmare il contratto.

Già, Pioli e Spalletti. Entrambi appesi al futuro. L'interista sta facendo grandi cose, reduce da nove vittorie in dieci partite, ma forse è consapevole che senza Champions tutto potrebbe essere messo in discussione. Il giallorosso continua a ripetere di essere legato ai risultati, a una vittoria, mentre le voci parlano di una possibile successione di Max Allegri sulla panchina della Juventus. Intanto si giocano la Champions stasera. Soprattutto Pioli. Che punta tutto sullo scontro diretto per recuperare punti sulla stessa Roma e il Napoli. Ha un solo risultato, la vittoria. A Spalletti andrebbe bene il pari perché lascerebbe i nerazzurri a otto punti.

L'Inter ha l'emergenza in difesa, la squalifica di Miranda complica i piani. La logica direbbe linea a quattro per non consegnarsi a Salah. Ma non è tempo di fare i calcoli, il ko del Napoli con l'Atalanta fa sognare: con una vittoria l'Inter sarebbe a tre punti dalla Champions.

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