Maglia rossa, applausi ad Handanovic, sole contro, Milito in tribuna, Cambiasso dietro. Magari interrompono la striscia di legnate in trasferta, inquieta solo la presenza di Jonathan, ma Strama ha sempre detto che un uomo da solo non può condizionare un'intera squadra. Invece l'Inter scivola ancora dietro. Dopo le tre pappine di Udine, sconfitta più pesante della stagione con un precedente in Europa contro il Kazan, 22 novembre, riecco Strama: «Su Palacio c'era rigore e Domizzi andava espulso, l'episodio ha indirizzato la partita. Non siamo fortunati con le decisioni arbitrali, non si può non ammonire Allan per un intervento a piedi uniti su Guarin nel primo tempo, poi ha rimediato un giallo e sarebbe stato espulso. Ma per 65 minuti ho visto una buona squadra». Non ha ragione neppure quando dice che la partita è girata a metà ripresa quando Di Natale ha segnato il gol del vantaggio e un minuto dopo Juan Jesus ha preso il rosso lasciando l'Inter in dieci. No, la partita è girata quando Jonathan al quinto minuto della ripresa ha messo fuori con estrema precisione mentre si trovava nell'area piccola e aveva la porta davanti. Guarin gli è scivolato al fianco e gli ha accarezzato il crapino, più che un atto di bontà è sembrato un addio. Per il resto Strama riceve solo tanta comprensione e per una volta anche un'insufficienza perché non si è visto niente, ognuno con una maglia diversa, ancora un tempo regalato, ultimo gol in trasferta di Guarin su rigore a Bergamo, 11 novembre.
L'Inter è quella che si è vista, coperta e lenta, la tattica e il ritmo che consentono ai trentenni del gruppo di galleggiare, Cassano dopo i primi 45'era da togliere, Alvaro Pereira non ha toccato un solo pallone pulito, su Jonathan è perfino sleale infierire, sicuri che meriti di giocare a calcio?
Senza gioco sulle fasce, con respiro breve e affannoso, Gargano che aggiorna minuto dopo minuto il record dei palloni persi e Palacio che inciampa nella sua treccia, ecco Handanovic sempre infilato in contropiede e tradito dalla sua difesa. Eppure erano rientrati bene, subito l'occasione clamorosa di Jonathan, poi le conclusioni di Guarin e Palacio, ancora Palacio servito in area da Guarin aveva calciato sopra la traversa nella manovra migliore. Poi Totò ha messo le cose in ordine, due gol e un legno su punizione, ha toccato poche palle ma tutte letali, chi c'era c'era, ha sempre messo in croce la difesa e Muriel gli ha girato attorno con intelligenza e velocità, Juan Jesus è stato costretto a due falli da giallo, al 39'e al 20' della ripresa e a quel punto l'Inter è sparita dando segnali allarmanti. Nessuno è stato in grado di leggere la gara, dare tranquillità e sistemarsi in campo, Strama ha tolto Gargano per Duncan, poi ha messo Rocchi che per sua stessa ammissione non era pronto, infine sul 3-0 ha inserito Silvestre perché la squadra non ce la faceva, ha spiegato. Insomma poteva finire peggio.
Il rigore con espulsione da ultimo uomo di Domizzi non regge, Palacio sulla verticalizzazione di Cassano scatta in fuori gioco, la pressione che riceve sulla spalla non giustifica la perdita di equilibrio, le due gambe che
smettono di girare inducono Giannoccaro a sanzionare la simulazione. Strama non ha voluto parlare di mercato, in serata grande confronto fra i vertici societari, il posto Champions è tornato prepotentemente in discussione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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