Gli invasori alla Lubjanka ultimo augurio da Mosca

Gli invasori alla Lubjanka ultimo augurio da Mosca

Il Mondiale è finito, sia gloria al Mondiale. Nell'ultima settimana abbiamo parlato più di Ronaldo andato alla Juventus perché Aurelio De Laurentiis ha detto no (pare sia vero, ma sarebbe più bella come fake news), però le partite le abbiamo viste, eccome: lo share canta. Festeggiamo con vodka e caviale, la vodka rigorosamente russa, il caviale italiano. Ne produciamo di fantastico lungo la val Padana e lo vendiamo anche a loro. Cala il sipario con l'immagine crudele dei vincitori e dei vinti, alla fine ne resta soltanto uno. A proposito, cosa resterà? La sfida a colpi di pizzetti tra Ronaldo e Messi su chi sia il più grande. Nessuno dei due. Neanche Neymar passato davanti alla nostra polaroid più per le sue sceneggiate (lacrime, simulazioni) che per i colpi di genio. E poi l'immagine di Tabarez con stampelle e carisma, vincitore morale. Il tecnico croato Dalic e la sua camicia bianca, quello inglese Southgate con il panciotto che a Londra ore è il capo più venduto. A proposito di abiti, quelli di Ilary Blasi a Balalaica rimarranno indimenticabili. Purtroppo. Il volto da folletto di Modric, quello da piccolo diavolo di Griezmann. Le bellezze allo stadio che prima c'erano e poi sono sparite per il #fifametoo, la presidentessa Kolinda Grabar-Kitarovic, l'unica che porta la tovaglia croata con classe e simpatia. I tifosi colorati e i tatuaggi di Sampaoli, le aquile degli svizzeri-kosovari, qualche polemica sparsa. Però questo è stato un Mondiale di grande fair play, Maradona a parte. Il doppio dito medio è la foto più trash del mese.

P.S: L'ultima istantanea mentre vanno le medaglie, la coppa, i cotillons e i francesi ballano sotto la pioggia (ah, l'ombrello comparso sulla testa di Putin prima che su quelle dei dignitari ospiti è un'immagine eccezionale) è quella dei soliti molesti invasori.

Speriamo che li portino alla Lubjanka. Non è più quella di una volta, quando si diceva è il palazzo più alto di Mosca, da lì si vede la Siberia, ma un paio di notti in certe celle di staliniana memoria magari gli fanno passare la voglia.

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