«Sergio Conceiçao? Sarà un piacere ritrovarlo e sfidarlo ancora. Abbiamo passato insieme una stagione indimenticabile». Sulla strada di Simone Inzaghi si profila l'ombra di un vecchio compagno del leggendario scudetto laziale del 2000, ma anche di un avversario a cui non ha mai fatto sconti. E con cui si è lasciato pure male in occasione dell'ultimo incrocio, negli ottavi di finale della Champions di due anni fa, quando i nerazzurri superarono a fatica il Porto a San Siro (con un gol di Lukaku all'86') e resistettero all'assalto dei lusitani a Oporto. Proprio alla fine di quella battaglia, che aprì la strada per la finale di Istanbul, Conceiçao furibondo non strinse la mano a Inzaghi e tra i due ci fu uno strascico velenoso. La strenua difesa dei nerazzurri, infatti, mandò all'aria i sogni portoghesi di arrivare almeno ai supplementari, con due salvataggi miracolosi di Dumfries (proprio l'eroe di Riad...) sulla linea al 94' e del portiere Onana su un colpo di testa di Taremi (proprio lui...) un minuto più tardi.
A Sergio Conceiçao restò l'urlo strozzato in gola e per uno fumantino come lui non dev'essere stato facile assorbire il colpo. Adesso ha l'occasione per rifarsi, ma dovrà fare i conti anche con un altro ex compagno di strada, quel Mehdi Taremi che dal Porto è passato in nerazzurro e rimpiazzerà con ogni probabilità Marcus Thuram, fuori uso per la finale. Però Conceiçao dovrà soprattutto togliersi di dosso l'incubo Simone Inzaghi, visto che quando se lo trova di fronte, gli è sempre indigesto.
A partire dal 13 settembre 1998, curiosamente la data di esordio in serie A per entrambi: il portoghese appena approdato alla Lazio e Inzaghino lanciato dal Piacenza. Fu proprio l'attuale tecnico interista, infatti, a guastare la prima di Conceiçao, segnando il gol del pareggio emiliano all'87', rispondendo a Stankovic.
Non solo, ma tre stagioni dopo, con Sergio passato in maglia nerazzurra e Simone in biancoceleste, fu proprio Inzaghi a segnare il gol tombale del 4-2 con cui la Lazio spense i sogni scudetto nerazzurri nel fatale 5 maggio. Per fortuna tra i due c'è anche stata l'indimenticabile cavalcata tricolore con la Lazio di Eriksson.
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