Arianna Errigo, regina della scherma: per ragioni di spazio non elenchiamo tutti i suoi trofei. Oggi «restituirà» il Tricolore al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che emozione è stata fare la portabandiera a Parigi?
«Il massimo cui possa ambire un atleta azzurro».
Ma c'è chi dice che tutta quella pioggia presa lungo la Senna abbia influito sulla sua performance olimpica.
«Sciocchezze. Sventolare la bandiera in rappresentanza del mio Paese è un'esperienza che rifarei altre 100 volte. Purtroppo so che non sarà possibile, l'età avanza...».
A proposito di età, tra 4 anni per la prossima edizione a 5 cerchi di Los Angeles avrà 40 anni. Pensa di partecipare?
«Dovrò fare i conti con le condizioni fisiche e mentali. Ma a me piacciono le sfide importanti. Quindi mai dire mai...».
Abbiamo capito: sarà in pedana pure alle prossime Olimpiadi... I suoi gemellini, Stefano e Mirea, saranno cresciuti e tiferanno per la mamma.
«Parigi sono stati i Giochi della mia doppia maternità: ho partorito col cesareo, ma in tre mesi ho fatto un recupero record»
Portando a casa l'ennesima medaglia: un gratificante argento nel fioretto a squadre.
«Un bel risultato, peccato che per l'individuale...».
Eliminata nei quarti all'ultima stoccata dalla statunitense Scruggs. Gli esperti l'hanno definito uno «scippo»...
«Le immagini parlano da sole. Ma la verità è che non sarei dovuta arrivare al 14-14: si sa che in quelle condizioni una stoccata dubbia alla fine può fare la differenza. Ed è proprio ciò che è capitato a me».
Niente piagnistei, solo autocritica: atteggiamento da vera campionessa, che le fa onore.
«Credo che per un'atleta professionista cercare alibi sia la soluzione più facile, ma anche la più sterile. Dare la colpa agli altri è troppo comodo: bisogna invece riflettere sui proprio errori per non ripeterli in futuro».
Una lezione che va oltre lo sport. Come ha ribadito in occasione del suo intervento alla terza edizione di MypersonalTraineral Days, il festival del fitness e del benessere che si è tenuto al Parco Sempione di Milano.
«Manifestazione riuscitissima, ho risposto con piacere alle tante domande di un pubblico composto da persone di ogni età».
Cosa le hanno chiesto in particolare?
«Il segreto per conciliare maternità e attività agonistica. Ho portato la mia testimonianza. Ma non ci sono segreti particolari: bisogna solo impegnarsi, essere motivati e amare il proprio sport non meno di quanto si amino i propri figli appena nati. E così anche le soddifazioni raddoppiano. Io ho avuto questa fortuna».
Flashback sulla cerimonia di inaugurazione. Sulla barca lei e Tamberi (l'altro portabandiera) stringete insieme l'asta del Tricolore. Ma nel pieno della kermesse il nostro capitano azzurro cambia espressione. Dalla felicità, alla disperazione...
«È accaduto nell'attimo in cui si è reso conto che la fede nuziale si era sfilata dal dito, perdendosi nel fiume».
Subito a caldo gli ha detto qualcosa per consolarlo?
«Poverino, era disperato. Io gli ho solo detto solo: Dai Gimbo, ci penseremo dopo...».
Oggi da
Matterella ci saranno per la prima volta oltre a tutti i medagliati anche gli atleti arrivati quarti. Giusto così?«Sì, un quarto posto può regalare gioia. Ed è sbagliato criticare le altrui lacrime di felicità».
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