Italia, ancora gli inglesi. C'è Retegui per ripartire con un "dolce" classico

Al via le qualificazioni a Euro 2024. L'Inghilterra due anni dopo il trionfo europeo di Wembley. Mancini lancia subito l'argentino

Italia, ancora gli inglesi. C'è Retegui per ripartire con un "dolce" classico

Scherzi dell'urna. La nostra avventura verso Euro 2024 riparte da dove avevamo finito in gloria quella del precedente torneo continentale. Dopo le epiche partite con la Germania, Italia-Inghilterra è ormai il nuovo classico della Nazionale azzurra e le sfide alla rappresentativa dei Tre Leoni è quella che ci ha regalato più sorrisi negli ultimi due anni: tre incontri, compreso quello della notte magica in casa loro dell'11 luglio 2021, nessuna sconfitta per la truppa di Mancini. Dal successo ai rigori che ci fece alzare il trofeo allo 0-0 di Wolverhampton di undici mesi più tardi fino alla vittoria di misura a San Siro (gol di Raspadori del settembre scorso) che ci ha proiettati alle finali di Nations League.

Si gioca a Napoli dopo 9 anni e mezzo, in una città in fibrillazione per uno scudetto in arrivo e nello stadio intitolato a Maradona che 36 anni fa irretì proprio gli inglesi con il tocco di mano più famoso della storia del calcio. La strada per l'appuntamento tedesco del 2024 sarà tortuosa (nel nostro girone ci sono anche l'insidiosa Ucraina e quella Macedonia che 12 mesi fa ci regalò una delusione dalla quale abbiamo faticato a riprenderci) anche se fallire la qualificazione sembra davvero impossibile: passano le prime due su 5 del girone e anche in caso di disastro, la Nations League ci dà già la certezza dei play-off. «Non si sa mai nella vita, rivincere l'Europeo non sarebbe male», il messaggio di Mancini alla ripresa delle attività azzurre.

Intanto iniziamo il cammino con l'Inghilterra di Southgate, ancora in sella nonostante gli ultimi risultati deludenti (l'ultimo la retrocessione in Lega B della Nations League). In questi giorni il ct ha lanciato l'allarme come il collega Mancini: la crescente penuria di calciatori convocabili, appena il 28 per cento di giocatori inglesi in Premier, numeri quasi in linea con gli «azzurrabili» della serie A. Ma le soluzioni per affrontare il problema sono diverse: noi - che abbiamo sì vinto l'Europeo ma saltato gli ultimi due Mondiali - andiamo a pescare oriundi soprattutto in Sudamerica e stasera avremo al centro dell'attacco Mateo Retegui col nonno materno di Canicattì («mi ricorda Batistuta, è un ragazzo educato e sveglio», così Mancini); loro hanno un Kane diventato all'ultima rassegna iridata il bomber di sempre della Nazionale ma intanto preannunciano la ricerca di nuove risorse - sempre calciatori indigenti, non importati - in Championship (la B d'Oltremanica) e nelle serie inferiori.

Stasera Verratti capitano nel 4-3-3 («modulo in cui ci sentiamo di più a

nostro agio», sottolinea Mancini) con un tridente formato da Berardi, Retegui e Pellegrini. E con la solita impronta offensiva. «È la nostra mentalità anche con gli inglesi sarà dura come è sempre stato», la chiosa di Mancini.

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