Italia avanti senza benzina. Col Brasile urge il turnover

Buffon approva la mossa: "Un po' di cambi saranno indispensabili". Si prenota per il riscatto El Shaarawy. Pirlo e Barzagli i più stanchi

Italia avanti senza benzina. Col Brasile urge il turnover

E adesso riposi chi può. D'accordo c'è il Brasile che avanza minaccioso insieme con quel fenomeno nuovo chiamato Neymar ma la pugna di sabato notte conta solo per il primato del girone (se si pareggia passa la seleçao per via della migliore differenza reti) e la sede della prossima semifinale. È la prima volta che gli azzurri guadagnano la fase finale della Confederations ma non è certo una medaglia da appuntare al petto. Vietato (si incorre nel reato di blasfemia) ogni azzardato paragone con il 4 a 3 di Città del Messico nonostante il bel numero di italiani (quasi 5 milioni) rimasti svegli nel cuore della notte per ammirare in tv più la corsa e il palleggio dei giapponesi e quel palo-traversa consecutivo scheggiato dai samurai di Zaccheroni che il fortunoso epilogo azzurro scandito dal tocco a porta spalancata di Giovinco, dopo la rimonta nel nome di Balotelli, tanto per cambiare. «Bisogna affrontare ogni partita con la stessa tensione» è l'ammonimento di Gigi Buffon, il capitano e portierone della Nazionale, pure lui chiamato in causa in un paio di occasioni, per esempio sul gol del 2 a 0 giapponese o sul colpo di testa con Montolivo beffato in quota da Okazaki che non è certo un gigante. «Abbiamo avuto un bel po' di fortuna» è l'altra chiosa di Buffon condivisa da larga parte di critica ed esponenti del club Italia, non certo da Prandelli che ha puntato su una riflessione sincera («troppo caldo e umidità, poco tempo per recuperare energie») e una segnalazione positiva («mi è piaciuta la voglia di vincere espressa fino all'ultimo minuto»).

Stanchezza diffusa, pochi cambi effettuati tra prima e seconda serata, necessità di puntare, con la qualificazione in tasca, più alla semifinale (Nigeria o Urugay da una parte, a Belo Horizonte, la Spagna dall'altra, a Fortaleza) che all'eventuale primato del gironcino, sono gli argomenti da ieri squadernati sulla scrivania del Ct e del suo staff in queste ore e che devono suggerire, col contributo dei giudizi del dottor Castellacci, il medico della Nazionale, le scelte di sabato sera. È vero, il Brasile è sempre Brasile: vogliono esserci tutti, a cominciare da Mario Balotelli, stuzzicato dall'idea di misurarsi con Neymar, l'altra stella del torneo. Eppure questa volta ogni calcolo è indispensabile. «Non so cosa farà Prandelli ma credo sarebbe opportuno un po' di turn-over» la posizione ortodossa di Buffon, convinto che sulla stessa lunghezza d'onda si sta orientando anche Scolari per il suo Brasile. A chi conviene spolpare il proprio gruppo di titolarissimi per una amichevole dal valore simbolico? È vero, i giapponesi hanno smascherato il fiato corto di Pirlo, provocato la disattenzione di De Sciglio (da cui è scaturito il primo gol), sofferto e patito l'orgoglio ferito di De Rossi prima di acconciarsi alla rimonta azzurra e di lasciarsi beffare in dirittura d'arrivo da Giovinco ma è proprio questo il compito del Ct.

Non c'è nemmeno da discutere su come utilizzare Italia-Brasile: bisogna rinfrescare i ranghi, provare a rilanciare El Shaarawy rimasto in un cantuccio con le gomme sgonfie, e collaudare il famoso 4-3-3- che è poi il punto d'arrivo per il prossimo mondiale. Bonucci è un altro di quelli rimasti finora sotto l'ombrellone.

Non c'è bisogno perciò di molti esami del sangue per completare l'elenco degli azzurri da mettere sotto la tenda dell'ossigeno: Pirlo e Barzagli, i primi della lista, due juventini che non a caso han concluso la stagione col fiatone dopo aver battagliato in giro per il Belpaese e la Champions. I calcoli sono consentiti dietro le quinte, non certo a Salvador di Bahia dove c'è già il tutto esaurito. Negli alberghi oltre che allo stadio.

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