Sono cominciate le grandi manovre per le elezioni del prossimo governo del calcio italiano. I tempi sono abbastanza stretti e la mossa di Gabriele Gravina che ha convocato le urne per lunedi 4 novembre ha il dichiarato intento di sottrarre il settore a una lunga campagna elettorale e di cogliere in contropiede l'attuale opposizione che è coagulata attorno al presidente della Lega di serie A Lorenzo Casini e ai suoi elettori dichiarati, Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis. Il panorama attuale prevede tre potenziali candidati e un punto interrogativo.
Giancarlo Abete è l'attuale presidente della lega dilettanti che gode della maggiore percentuale (34%) e quindi può facilmente aggregare una possibile maggioranza. È già stato presidente della federcalcio. Dopo il naufragio durante la spedizione brasiliana insieme con il ct dell'epoca Cesare Prandelli presentò le dimissioni. Potrebbe diventare il Cincinnato del calcio italiano. Non ha nessuna voglia di provocare fratture o di imporre la candidatura: la sua disponibilità può esserci a condizione che ci sia una sorta di indicazione plebiscitaria, nell'attuale scenario non proprio scontata.
Mauro Balata viene già considerato il nome speso da Claudio Lotito in opposizione all'attuale maggioranza. È alla guida della lega di serie B e di recente si è messo di traverso rispetto a Gravina e polemizzato per la decisione - vitale per la crescita dei vivai - di aprire i campionati di lega pro alle under 23 di alcuni club di serie A quali Atalanta, Juve e Milan. Secondo voci accreditate, per effetto del turn over di 7 club nella sua categoria, la stessa rielezione alla presidenza della serie B non sarebbe garantita.
Matteo Marani, giornalista di tv e carta stampata, prestato al calcio, presidente della lega pro: è in quota Gravina ma può presentarsi come elemento indipendente rispetto agli altri eventuali candidati e pacificatore delle diverse fazioni.
Gabriele Gravina, presidente uscente. Non ha ancora sciolto la riserva. Dalle riflessioni fatte in privato con collaboratori ed esponenti della sua maggioranza politica, si capisce che le maggiori perplessità non sono certo legate alla contesa elettorale. Per carattere è un fiero combattente e non si tirerebbe certo indietro. Gli interrogativi risiedono esclusivamente nell'indagine (presunto autoriciclaggio) aperta dalla procura di Roma per la vicenda legata a una vendita di libri antichi il cui ricavato fu utilizzato per l'acquisto di un immobile intestato alla figlia. Da presidente rieletto può restare al suo posto fino a sentenza definitiva ma è evidente che quello snodo potrebbe renderlo un'anatra zoppa.
Non lascia invece la nave azzurra alla deriva Gianluigi Buffon dopo l'incontro di ieri proprio con Gravina.
«L'azzurro è la mia seconda pelle», ha detto il capo delegazione al quale il presidente federale ha garantito che «è mia intenzione coinvolgerlo anche in un ruolo più operativo all'interno della struttura. La sua conferma era il mio primo obiettivo per il rilancio della Nazionale».
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