Ultimi giorni giocati di un gigante della difesa, monumento dotato di anima. Conferenza stampa d'addio a Coverciano di Giorgione Chiellini, il livornese di Torino, ultimo dei mohicani, inteso come implacabile marcatore di attaccanti. Mancano poche a ore alla Coppa Maradona, che vedrà l'Italia opposta all'Argentina a Londra. Chiello sfodera il rimpianto: «Credo nel destino. Nel 2006 ero parte del gruppo, ma poi giustamente non andai in Germania. Nel 2010 e nel 2014 abbiamo vissuto Mondiali deludenti ma ci sono stati. Volevo cambiare la mia storia, ma purtroppo non ce l'ho fatta. Al contrario, ho vissuto sempre da protagonista gli Europei e l'ultimo lo abbiamo vinto. Certo, volevo vincere la Champions e il Mondiale, ma ciò che ho imparato nel corso della mia crescita è anche la cultura della sconfitta, il voler ribaltare la situazione dopo aver perso. Comunque la mia carriera è stata inimmaginabile. La Nazionale è il sogno di tutti bambini e io non potevo pensare ad un percorso del genere».
Tristezza mondiale: «Non pensavo si potesse complicare la vita così: i due pareggi di settembre mi hanno fatto accendere un po' la lampadina, poi a novembre e a marzo non siamo arrivati alle partite nelle migliori condizioni. Mi dispiace, dispiace a tutti. Ma sono felice sia rimasto il ct Mancini. Per me è garanzia di crescita e con lui si potrà difendere il titolo europeo tra due anni».
Ieri è stata presentata la nuova maglia azzurra, ma ultima di questo
sponsor tecnico. Definirla originale è un eufemismo La peculiarità è data dai quattro quarti che simboleggiano i mondiali vinti. Debutterà nella sfida con l'Argentina, dove non ci saranno Zaniolo e Kean, già tornati a casa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.