A dispetto delle vacanze, bolle il pentolone del calcio italiano e non solo per le temperature da bollino rosso. Se a provocare le polemiche pubbliche sono le vicende legate all'iscrizione al campionato di serie B con l'annuncio dei ricorsi al Tar del Lazio e al Consiglio di stato, ci sono anche quelle intestine alla federcalcio riferite alla riorganizzazione delle squadre nazionali. Sul tema è stato reso pubblico l'intendimento di nominare Roberto Mancini, l'attuale ct, supervisore delle rappresentative giovanili, reduci tra l'altro da un percorso virtuoso certificato dal titolo europeo conquistato dall'under 19 (ct Bollini, dirigente accompagnatore Evaristo Beccalossi) a Malta e dalla finale mondiale persa contro l'Uruguay dall'under 20 (ct Carmine Nunziata). L'unica delusione è arrivata dall'under 21: il ct, Paolo Nicolato, a fine mandato, ha perso l'occasione di partecipare alle prossime olimpiadi di Parigi 2024. In questo caso l'attuale responsabile del settore, Maurizio Viscidi, indicato ai tempi da Arrigo Sacchi, di sicuro non è rimasto lusingato - per usare un eufemismo - dalla riforma.
Ma i riflettori sono puntati sulla figura di capo delegazione della Nazionale maggiore rimasta vacante dopo la dolorosa scomparsa di uno dei protagonisti dell'europeo di Wembley, Gianluca Vialli, avvenuta nel gennaio del 2023, personaggio capace di conferire al ruolo i contorni di una fattiva intesa. Da alcuni giorni hanno preso a circolare un paio di candidature eccellenti quali Paolo Maldini e Gianluigi Buffon, due miti del club Italia, con alle spalle carriere gloriose e presenze scandite da numeri di altissimo pregio. Sul tema esistono per ora due chiavi di lettura. La prima: il presidente Gabriele Gravina non ha ancora effettuato sondaggi riservati con nessuno dei due monumenti del calcio azzurro poiché non è ancora nota la decisione degli interessati sul futuro. Maldini, chiusa l'esperienza da direttore dell'area tecnica del Milan, è stato accostato, secondo indiscrezioni giornalistiche, a identica carica nel Psg. In tempi non sospetti, l'ex capitano rossonero ha sempre pubblicamente dichiarato che non potrebbe legare il proprio cognome iscritto nella storia del Milan, a nessun altro club italiano. Alla Nazionale invece sì, verrebbe da aggiungere. Lo stesso dicasi per Gigi Buffon il quale non ha ancora dichiarato pubblicamente la decisione di abbandonare il calcio attivo dopo l'ultima esperienza vissuta al Parma.
La seconda chiave di lettura riguarda invece l'assetto interno del club Italia. Mancini si è sempre circondato di collaboratori con i quali ha intrecciato la propria carriera. A Coverciano, al suo fianco, è schierato come team manager Lele Oriali che fu anche suo collaboratore durante le stagioni interiste.
Chicco Evani, Attilio Lombardo, Giulio Nuciari, Fausto Salsano e Massimo Battara, tutti di estrazione Samp, compongono la squadra dei suoi collaboratori. Di qui la decisione di Gravina di muoversi con cautela per trovare una candidatura che riscuota anche il gradimento del ct.
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