Italia, per il Mondiale serve una notte da campioni d'Europa

Gara da dentro o fuori ma Mancini predica calma: "Giochiamo senza ansia e palla a terra"

Italia, per il Mondiale serve una notte da campioni d'Europa

Tattica, tecnica, organizzazione, furore, lucidità, con i sostantivi potremmo proseguire a lungo. Elementi indispensabili per affrontare una sfida da dentro o fuori. Ma forse servirebbe un esorcista per scacciare i fantasmi. Quelli che aleggiano dal venerdì notte nella mente degli azzurri. «Dobbiamo restare tranquilli», ha ribadito ieri Mancini. Il suo mantra. «Occorre giocare senza ansia». Ma l'Italia si gioca tutto.

Fantasmi con date precise: 13 novembre 2017, lo spareggio per i mondiali 2018 finito malissimo, con l'eliminazione dell'Italia di Ventura. Poi quelli di Belfast, guarda caso, quando l'Irlanda ci negò la possibilità di andare al Mondiale '58. Esattamente 63 anni fa, proprio in questa stadio, Windsor Park. Ecco perché stasera serviranno soprattutto una testa fredda ed un cuore sufficientemente caldo. Nessuna paura, appunto, ma a dirlo è semplice, in campo è un'altra storia: «Dopo il gol preso venerdì sera un po' di ansia è emersa. Siamo stati mezz'ora in balia degli avversari e abbiamo concesso cose che di solito non concediamo. Noi vogliamo qualificarci in Irlanda, senza fare pensieri particolari. Lo ribadisco, giochiamo senza ansia».

L'Italia giocherà tendendo un orecchio a Lucerna dove la Svizzera affronterà la Bulgaria, sperando che gli elvetici non facciano una vendemmia di gol. Comanda la differenza reti.

Le indicazioni arrivate nelle ripresa dai subentranti, pensiamo a Tonali e Berardi, sono tangibili. Stavano meglio di alcuni che avevano giocato fino a quel momento. Una brillantezza diversa che non è passata inosservata: «Tonali è entrato bene - ha detto Mancini - attraversa un ottimo periodo di forma e può starci che parta dall'inizio. Barella? Ha recuperato, potrebbe giocare, ma meglio rispetto a Roma...».

Mancini ha spiegato anche come si muoverà la sua squadra: «Evitiamo palle alte e lanci lunghi, loro sono abbastanza alti e noi abbastanza normali... Dovremo muoverci in velocità, rapidi».

L'Infermeria ha giocato un ruolo da protagonista in questa ultima avventura azzurra. Infortuni a catena che hanno finito con lo sfrondare una rosa di 28 giocatori. E prima del raduno di Coverciano c'erano stati altri forfait.

Non è l'attimo giusto per accampare alibi, per vincere in Irlanda possono bastare gli azzurri attuali: «Gli incidenti capitano a tutti - ha detto con onestà il Mancio - noi restiamo comunque forti».

E se arriverà un rigore la decisione sarà presa sul momento. Bonucci si è tirato fuori: «Ho subito abbracciato Jorginho e se ci sarà un penalty di sicuro non lo calcerò io». Nemmeno Jorginho.

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