Jacobs, serata verità: vuole tornare sotto i 10 secondi

Varrebbe anche da pass olimpico. Il giovane Ali è pronto a fargli «dispetti»

Jacobs, serata verità: vuole tornare sotto i 10 secondi
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Roma - La gara regina è pronta a decretare il suo re d'Europa. Ieri a Roma è arrivata la prima ondata di caldo, ma niente in confronto a stasera quando l'atmosfera si surriscalderà per la finale dei 100 metri in un super sabato con in gara anche Leo Fabbri, Mattia Furlani e Lorenzo Simonelli. Marcell Jacobs dal canto suo si presenta alle semifinali (ore 21.10, eventuale finale alle 22.53, dirette Rai e Sky) con il secondo tempo degli iscritti (1003), ancora lontano dal 995 con cui l'azzurro si è preso l'oro continentale a Monaco nel 2022. Da allora, il campione olimpico di Tokyo (980 nella finale olimpica) non è mai riuscito a scendere sotto i 10. «Ma voglio farcela in questo weekend - ribadisce il poliziotto -. Non ho ancora dimostrato di andare forte, ma c'è il tempo necessario per arrivare al top ai Giochi: è quello il mio obiettivo». Dovesse riuscirci, il gardesano realizzerebbe il tempo limite che equivale allo standard per Parigi: sarebbe ossigeno per i suoi muscoli, troppo spesso fragili, che negli ultimi due anni ne hanno tarpato le ali. Un successo a Roma, quella Roma «in cui ho costruito la mia medaglia olimpica, voglio restituirle qualcosa» dopo aver «cambiato allenatore, cambiato gruppo di allenamento, cambiato vita», darebbe ulteriore vitamina. Proverà a sfilargli la corona di dosso il britannico Jeremiah Azu, bronzo in Baviera due anni fa, anche se è da capire in quali condizioni si presenterà dopo che all'ultima gara di Oslo si era fermato per un risentimento muscolare. Il classe 2001 è iscritto con il miglior tempo stagionale di 997.

Ma l'Italia può contare anche sull'altra freccia tricolore, quel Chituru (si pronuncia Citru) Ali che con 1006 ha il 4° crono stagionale dietro Azu, Jacobs e l'altro britannico Romell Glave (10.05). «Non mi nascondo, il sogno è vincere» così il colosso comasco (1,98 metri per 100 kg). Nell'albo d'oro della specialità agli Europei, dominano britannici e francesi, con sette e quattro ori. Per il nostro Paese due successi: Jacobs nel 2022 e Pietro Mennea nel 1978. Cinquant'anni fa, nel primo Europeo romano, la Freccia del Sud si prese l'oro sui 200, l'argento sui 100 e l'argento con la staffetta veloce.

Per l'Italia arrivarono anche i due bronzi di Sara Simeoni (salto in alto) e di Giuseppe Cindolo (10mila metri), per un totale di cinque. Adesso l'atletica azzurra sogna addirittura quota venti medaglie, trascinata sì dai senatori, ma pure dalle giovani leve figlie di quelle cinque medaglie d'oro nell'Olimpiade giapponese.

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