Juve, Motta, l'abbraccio e quel bisogno di unità

I complimenti dopo il 2-0 al City ("i ragazzi non hanno sbagliato nulla") e l'elasticità nel cambiare gioco

Juve, Motta, l'abbraccio e quel bisogno di unità
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E vissero tutti felici e contenti. Almeno per un paio di giorni, possibilmente di più. Perché la vittoria ottenuta due sere fa dalla Juventus contro il Manchester City, netta e meritata a fronte di una gara disputata con intelligenza e idee chiare, ha messo di ottimo umore l'intero ambiente bianconero. Del resto è sostanzialmente sparito il timore di doversela giocare fino all'ultimo turno per l'accesso agli spareggi, così che adesso la squadra di Thiago Motta si è liberata di un peso niente male: il che, per una squadra giovane e in parecchi casi inesperta, può fungere da propellente per le settimane a venire. «Abbiamo dimostrato di avere cuore e testa per fare le cose insieme le parole del tecnico -. Complimenti ai nostri giocatori, hanno disputato una grandissima partita: è sbagliato parlare dei singoli, perché tutti hanno davvero lavorato nel modo giusto e dimostrato piena sintonia».

È stata una Juventus umile nel senso migliore del termine e concentrata per tutto l'arco dei novanta minuti: «Sono soddisfatto perché giocare bene vuole dire capire la partita e affrontarla nella maniera giusta. Il City andava affrontato in questo modo e i ragazzi non hanno sbagliato nulla: se servirà, potremo farlo di nuovo e in modo ancora migliore». Per una volta Motta non ha così preteso di imporre il proprio gioco ma ha deciso di aspettare gli avversari, abbassandosi senza paura e compattando la squadra: Locatelli, per dire, non si è vergognato di scivolare sulla linea dei difensori ed è stato semplicemente perfetto dal punto di vista tattico. «La chiave è ragionare insieme per fare le cose insieme», aggiunge Motta. Il quale a inizio settimana aveva accolto con piacere la visita di John Elkann al campo di allenamento: sorrisi, pacche sulle spalle e massima fiducia nel lavoro e nella crescita del gruppo. Sembrano frasi fatte e magari a volte lo sono anche: poi però arrivano serate come quella di mercoledì e si capisce quanto davvero le parti in causa siano sulla stessa lunghezza d'onda. «Ci saranno partite in cui dovremo aprirci di più e prendere maggiori rischi.

Succederà già contro il Venezia (domani sera, ndc), ma abbiamo la capacità di farlo: tutti insieme, possiamo essere più imprevedibili. Che ambizioni abbiamo? Quelle che devono portarci a vincere una partita dopo l'altra». Poi, alla fine, si faranno i conti: da ieri, la Juventus ha raggiunto la convinzione che potrebbero non essere così male.

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