Juve, riecco i 15 punti ma Agnelli & C. colpevoli: l'Europa resta a rischio

Il Collegio di garanzia dello sport: rideterminare la sanzione. Confermata la condanna dei dirigenti

Juve, riecco i 15 punti ma Agnelli & C. colpevoli: l'Europa resta a rischio

Roma. L'ipotesi della terza via, quella del rinvio alla Corte d'Appello Federale per un nuovo procedimento - quasi un unicum nella storia dell'istituto che ha sede presso il Coni -, alla fine ha fatto breccia anche tra i membri del Collegio di garanzia. Che ieri hanno riscritto nuovamente la classifica di serie A. La Juventus riottiene i 15 punti tolti dalla sentenza di secondo grado sul caso plusvalenze, va a quota 59 («per noi sono sempre tali, adesso si vedono...», così Allegri) e torna al terzo posto della classifica, scalzando temporaneamente dalla zona Champions le due milanesi.

Il Collegio, si legge nel dispositivo, «rinvia alla Corte federale di appello perché, in diversa composizione, rinnovi la sua valutazione, in particolare, in ordine alla determinazione dell'apporto causale dei singoli amministratori, fornendone adeguata motivazione e traendone le eventuali conseguenze anche in ordine alla sanzione irrogata a carico della società Juventus Fc». In pratica, non viene accolto il ricorso del club che chiedeva l'annullamento senza rinvio del -15, ma si richiama la Corte a una rimodulazione della pena che sia stavolta ben motivata. L'unico dei nove punti esposti nella difesa dai legali della Juventus sul quale anche il procuratore generale dello sport Taucer (l'accusa in assenza della Figc) si era trovato d'accordo.

La Corte che aveva condannato il club dovrà dunque ora riunirsi nuovamente per dar vita a quello che sarà il terzo processo sulla stessa vicenda: il primo era andato in scena esattamente un anno fa e si chiuse con l'assoluzione del club; la seconda nel gennaio scorso con il -9 richiesto dal procuratore federale Chinè e il -15 poi inflitto dalla Corte presieduta da Torsello. E se a Pavel Nedved, ex vicepresidente, viene cancellata l'inibizione, a pesare sul nuovo processo sarà il rigetto dei ricorsi da parte del Collegio per gli ex dirigenti apicali del club Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, definitivamente colpevoli delle attribuzioni ricevute. Una premessa pesante per il futuro giudizio, oltre che un forte danno d'immagine per il club. «C'è rammarico per i ricorsi non accolti, soddisfazione per quelli accolti e per la classifica che dà certezze a noi e chi compete contro di noi. Speriamo che i punti ridati rimangano per sempre», così il Cfo bianconero Calvo.

Nulla è da escludere quindi nel processo-ter, compresa una nuova richiesta di un -15 sempre alla luce dell'articolo 4 del codice di giustizia sportiva che parla di slealtà sportiva. Anche se è più realistico pensare che si andrà incontro a una riduzione, magari quel -9 chiesto da Chinè in fase dibattimentale. Di sicuro, rimane fermo il principio della pena afflittiva, cioè togliere qualcosa al club punito. I tempi dovranno essere rapidissimi per non arrivare a ridosso della fine del campionato, prevista per il 4 giugno (nella scheda a lato le prossime tappe della vicenda tenendo conto anche che l'udienza potrebbe essere nuovamente impugnata dalla Juve per «violazioni di diritto».

E visto che a fine aprile dovrebbero arrivare anche i deferimenti per l'altro filone, quello sulla manovra stipendi, c'è un rischio ingorgo di processi sportivi alla Juve, nel bel mezzo della volata Champions. La partita è praticamente ricominciata.

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