Juve tra rigori, var, rossi e un Cuadrado Champions Conte (muto) la grazia

Un arbitro da incubo fa e disfa, i bianconeri sperano con un rigore dubbio del colombiano

Juve tra rigori, var, rossi e un Cuadrado Champions Conte (muto) la grazia

Torino Meno male che non era la partita scudetto. Perché altrimenti questo Juventus-Inter avrebbe superato nella storia quello mai archiviato del contatto Ronaldo-Iuliano. Questo derby d'Italia entra negli almanacchi come l'emblema della stagione da incubo degli arbitri. Il signor Calvarese riesce nell'impresa di combinare tutto e il contrario di tutto tra rigori, espulsioni, gol non dati e poi dati. Il Var lo salva a più riprese, ma non interviene sul contatto Cuadrado-Brozovic, che c'è ma la cui dinamica lascia qualche perplessità. Il colombiano con questo rigorino fa doppietta, sono i suoi primi gol stagionali, e la Juventus resta agganciata alla corsa Champions che a due minuti dalla fine sembrava definitivamente compromessa. Invece oggi, dopo una notte al quarto posto, aspetterà notizie da Milano (Milan) e Firenze (Napoli). Conte ha accarezzato a lungo la vendetta di lasciare fuori dalla Champions i bianconeri, dopo essersi presentato all'Allianz Stadium con lo scudetto stravinto, strappato proprio dalle maglie della Signora. Ma è stata un'Inter poco rabbiosa, che ha messo alle corde gli ex campioni d'Italia nella ripresa senza piazzare il colpo del ko: motivazioni e feste più o meno proibite intossicano il finale di un campionato vinto con un crescendo travolgente.

E poi è Pirlo che ha tutto da giocarsi: piazza Bentancur su Eriksen e Kulusevski su Brozovic. Il calcio liquido si riduce all'uomo contro uomo e può essere letto così: «Ora dimostrate che non sono più forti di voi». La risposta è una prova quantomeno da squadra, un inedito in questa stagione tormentata. Conte ha l'Inter dei titolari con il dodicesimo uomo Darmian e non Perisic. C'è Steven Zhang a scortare i campioni d'Italia nel passaggio di consegne, ma niente pasillo d'onore, il famigerato corridoio, da parte della Signora. Fin da subito è una partita episodica due rigori in poco più di mezz'ora, molto Var una trattenuta (Darmian su Chiellini) e un pestone a palla distante (De Ligt su Lautaro Martinez) la ravvivano. L'Inter lascia fare, la Juve è la solita con Pirlo che addirittura rinuncia sia a Dybala che Morata in una partita che deve solo vincere. All'ultimo secondo prima dell'intervallo una sassata di Cuadrado è deviata da Eriksen in gol.

Conte non ci sta, la vendetta è lì su un piatto d'argento, e dalla panchina il primo a uscire è Perisic. Ora è l'Inter a fare la partita, con la Juve rintanata in difesa. Calvarese sale in cattedra, ma sarebbe da mettere dietro alla lavagna, quando estrae un secondo giallo severo a Bentancur. Pirlo con l'uomo in meno dopo Kulusevki deve rinunciare anche a Chiesa e Cristiano Ronaldo, lasciando l'attacco solo a Morata. De Ligt salva su Lautaro, Szczesny si supera su Vecino. Ma ormai la sfida è in balia di Calvarese: vede un fallo su Lukaku e cancella l'autogol di Chiellini, ma il Var gli ribalta la decisione. L'arbitro fa e disfa, cinque minuti, all'88', giudica il contatto Perisic-Cuadrado è da rigore, lo stesso colombiano segna dal dischetto. Tutto il peggio della stagione arbitrale, racchiuso nella partita più sentita. Nel recupero il rosso a Brozovic evita altra sofferenza ad Agnelli in tribuna dopo una ripresa seguita praticamente in piedi.

Oggi la Signora invece sarà sul divano.

Tre anni fa una vittoria sempre nel finale con un risultato identico e le stesse polemiche (mancata espulsione di Pjanic) regalò di fatto lo scudetto ai bianconeri. Era sabato come ieri. Oggi il Napoli sarà a Firenze, dove tre anni fa crollò lasciando via libera alla Signora. Allora c'era in palio lo scudetto, oggi la Champions, che vale comunque un sacco di soldi.

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