La Juventus di Elkann per "salvare" l'Europa va al patteggiamento

I bianconeri verso una maxi multa o una piccola penalizzazione: processo già anticipato a oggi

La Juventus di Elkann per "salvare" l'Europa  va al patteggiamento
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Colpo di scena, ma nemmeno troppo. La Juventus patteggia, la sorpresa semmai è la tempistica: processo immediato, già oggi, e se in aula non ci saranno problemi, finisce tutto in un paio d'ore. Resta da capire su quali basi club e Procura troveranno o più presumibilmente hanno già trovato l'accordo, che deve essere ratificato dal tribunale. Due settimane fa, prima dei deferimenti del 19 maggio, era saltato perché quanto offerto dalla Juventus (è l'accusato che propone la pena) non era stato ritenuto congruo dal procuratore Chiné. La Juventus è accusata di avere leso la lealtà sportiva per il comportamento di 8 sui dirigenti, fra cui Agnelli. Paratici e Nedved.

Questione di soldi e di punti: il club aveva proposto una sanzione troppo bassa, mai ufficializzata in un milione di euro, la Procura voleva un'altra penalizzazione. L'accordo quindi è ipotizzabile che sia a metà strada: o la Juventus accetta di pagare una maximulta (di decine di milioni) o dice sì a un altro taglio di punti, che le toglie anche il settimo posto, cioè la qualificazione alla prossima Conference. O l'una e l'altra cosa modulate insieme o ancora, e forse sarebbe la soluzione più favorevole al club, conserva il settimo posto in modo da scontare già il prossimo anno la squalifica che poi le arriverà dalla Uefa e comincia il campionato con una minima penalizzazione, recuperabile in 38 partite, senza più carichi pendenti.

Due o tre punti, di questo si parla. Farli cadere su questo campionato non porterebbe conseguenze pratiche al club, che resterebbe qualificato alla Conference, difficile credere che la Procura possa accettare simile accordo e anche che il Tribunale federale possa avallarlo.

Che la Juventus avesse voglia di chiudere tutto al più presto e col minimo dei danni rientrava nella logica e l'aveva ampiamente fatto capire Francesco Calvo prima della partita col Milan, quando ha detto «la penalizzazione è acqua passata, ormai è definitiva», sgombrando quindi il campo dal possibile, nuovo ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, che avrebbe allungato i tempi, ma inutilmente, visto che è stato giudicato inutile dagli stessi legali bianconeri, poiché tutti i vizi di forma erano già stati respinti. Parole, quelle di Calvo, così come il patteggiamento odierno, che probabilmente non faranno piacere ai tifosi più oltranzisti, che avrebbero invece voluto che il club ricorresse al Tar, uscisse dalle regole federali, provasse a fare bloccare i campionati. La Juventus, invece, come nel 2006, è rimasta nei tribunali sportivi.

L'accordo però sarà tombale, e da stasera la Juventus potrà pensare solo al campo e al suo futuro, visto che il patteggiamento riguarderà tutti i processi ancora pendenti sul club bianconero: le due manovre stipendi (stagioni 2019-20 e 2020-21), i rapporti opachi con gli agenti (comprese le parcelle saldate anche per il trasferimento di calciatori minorenni, vietate dai regolamenti) e i

rapporti sospetti con le società amiche (Samp, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari), che non sono ancora state deferite poiché la Procura federale ha deciso di aspettare gli eventuali sviluppi dell'inchiesta penale.

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