Il Milan ai milanisti, truppa a tinte rossonere guidata però da un Leonardo che si veste da pompiere, pronto a spegnere qualsivoglia velleità di mercato del popolo milanista. L'era Elliott avanza e un altro tassello dirigenziale nella nuova vita del Milan fa capolino, ma al contempo rimanda a data da destinarsi le chimere Higuain e Morata e riporta i tifosi con i piedi per terra.
Il Milan di Leonardo prende forma ma lo fa in un periodo estremamente complesso della sua esistenza; perché il dirigente brasiliano arriva in corsa, in un mercato cortissimo (si chiuderà il 17 agosto) e con poco tempo e margine di manovra: «Higuain? La formula per prenderlo, così come per tutte le altre trattative di mercato, si chiama Fair Play Finanziario - esordisce Leonardo, alla prima conferenza stampa della sua nuova vita rossonera - Puoi dare un valore ad ogni calciatore, ma quando devi poi discutere la parte economica è lì che diventa difficile».
Un calciomercato legato a doppio filo al Fair Play Finanziario: «È un terreno nuovo per tutti, inesplorato anche per i nostri avvocati - le parole del presidente del Milan, Paolo Scaroni, che assieme a diversi esponenti del nuovo CdA rossonero ha preso parte alla presentazione ufficiale di Leonardo - Ci aspettiamo che la Uefa riveda la sentenza con le indicazioni del Tas, un processo che potrebbe portarci al Voluntary Agreement. Qualunque cosa succeda, comunque, il Milan rimarrà un osservato speciale della Uefa».
Inutile aspettarsi giri di mercato a cifre faraoniche per questo Milan: «Non penso sia possibile, in questa prima finestra di mercato, un grande investimento - prosegue Leonardo - ma comunque non c'è tanto da cambiare in seno alla squadra». Ma se la strategia di Elliott è quella di riportare il club nella posizione che gli spetta, lo farà inglobando in futuro altri ex milanisti: «Abbiamo bisogno di tempo per organizzare la società come vogliamo - precisa ancora Leonardo - Maldini? È un grande amico e rappresenta la storia del Milan. È un valore unico, enorme, che se fosse vicino a noi e con noi sarebbe molto bello. In generale i club sono aziende, è vero, ma non possiamo dimenticare i sentimenti e la storia. Il Milan ha avuto giocatori, dirigenti e persone più importanti di me e piano piano si deve investire su questo legame».
I punti fermi, però, ci sono. Uno su tutti, Rino Gattuso: «Nella sua gestione siamo arrivati terzi - le parole di Scaroni - la squadra è solida e la società è con lui». Gli fa eco Leonardo: «È stato il primo confermato dal comunicato di Elliott quando prese il club, anche se è normale, in mezzo al mercato e con allenatori importanti liberi, che escano delle voci. Ma nessuno di noi ha mai parlato con Conte e nessuno ha pensato al cambio di Gattuso. Lui è l'allenatore del Milan e con lui partiamo».
Non si può dire lo stesso per Bonucci: «La situazione parte da un suo desiderio, ma è da vedere se esiste la possibilità di realizzarlo. Non è detto che vada, non è detto che rimanga. Ho incontrato la Juve come ho incontrato altre società in questi giorni; sul mercato siamo in ritardo e legati a Fair Play Finanziario. Non sarà un mercato folle».
Anche se folle è la sua nuova avventura in rossonero, dove si trova già a dover gestire due portieri forti ed entrambi al centro di rumors di mercato («ma ad oggi nessun'offerta è arrivata») e una serie di trattative in corso da riprendere («Per Kalinic non c'è solo l'Atletico Madrid; André Silva? È un caso da studiare»): «Se è la più grande sfida della mia carriera post giocatore? Penso di sì. I ritorni sono sempre difficili, ma Milano è dove sono diventato adulto. I tifosi mi danno del traditore? Li capisco perfettamente; ho fatto le mie scelte nella vita, come andare all'Inter, e non le rinnego».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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