C'è un po' di Roma nel Siviglia che stasera attende i giallorossi a Budapest per la finale di Europa League. Un po' di ex Roma, per la precisione, e non di poco conto; a cominciare da Monchi, direttore sportivo del club spagnolo, che ricoprì lo stesso incarico per i capitolini dal 2017 al 2019. Fu lui a gestire da dietro la scrivania un momento delicato come l'addio di Francesco Totti al calcio giocato: in generale operò in maniera controversa, nonostante una semifinale di Champions League raggiunta in modo insperato nel maggio 2018, poi persa contro il Liverpool. Di Monchi si ricordano anche i toni un po' da guru del mercato, del resto si era presentato proprio così, e cessioni pesanti non bilanciate da acquisti dello stesso livello. Sotto la sua gestione infatti se ne andarono colonne del calibro di Alisson, Nainggolan, Salah e Rudiger, mai sostituiti adeguatamente. Dopo il biennio romanista peraltro Monchi se ne tornò tranquillamente da dove era venuto e cioè dal Siviglia, dove è ancora adesso, accolto come un semi-dio.
Erik Lamela se ne era andato molto prima dalla Roma, nel 2013, quando era uno dei giovani più in bella vista del calcio internazionale. Adesso l'argentino di anni ne ha 31, il tocco è sempre elegante, ma le attenzioni nei suoi confronti non sono quelle degli esordi. Al Siviglia dal 2021 dopo otto stagioni al Tottenham, tra alti e bassi, ha segnato il gol della qualificazione alla finale nei supplementari della gara di ritorno contro la Juventus.
In giallorosso si era distinto anche per qualche bizza fuori dal campo come quando si prese a pugni (pare) con il compagno di squadra Osvaldo in spogliatoio perché non gli aveva passato un pallone durante Udinese-Roma, partita persa 2-0. Lamela potrebbe partire titolare a caccia del gol dell'ex.
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