Verstappen ci ha messo una manciata di secondi a indossare il mantello di Super Max e a prendersi la nona vittoria dell'anno che lo manda sempre più in fuga nel campionato. Se ne va dal Messico con 19 punti di vantaggio su Hamilton a quattro gare dalla fine. Tutto in una curva, la prima, anche se, visto il ritmo che ha tenuto per tutta la gara avrebbe probabilmente vinto anche senza l'errore di Bottas.
Ad aprire la porta a Verstappen al via è stato un incomprensibile Bottas. Valtteri che scattava dalla pole ha pensato bene di lasciare un'autostrada all'esterno permettendo a Max che gli aveva preso tutta la scia di tirare la staccata sulla parte pulita della pista. Un vero harakiri. Invece di aiutare il suo compagno di squadra Hamilton, gli ha complicato la vita, gli ha rovinato la gara, chiudendo su di lui e non sull'avversario. Poi il povero Bottas è stato anche tamponato da Ricciardo finendo in testa coda e ripartendo dalle ultime posizioni dopo tre giri dietro la Safety Car. Davvero una partenza da libro degli orrori. E pensare che sarebbe bastato andare a rivedersi il video dell'ultima partenza messicana quando le due Ferrari riuscirono a chiudere ogni spazio alla concorrenza.
La partenza ha lanciato Max verso la vittoria, aprendo nuove strade di gloria anche a Leclerc che ha recuperato tre posizioni, Giovinazzi che ne ha scalate cinque e Russell che ne ha guadagnate addirittura sette. Charles è riuscito a capitalizzare con una gara tra i primi cinque, lontanissimo dai primi tre, ma anche da Gasly che non è mai stato a tiro del ferrarista. Ha chiuso a quasi 80 dal vincitore con Sainz, subito dietro lui, doppiato. L'Alfa Sauber ha invece anticipato troppo lo stop di Antonio rovinandogli (come al solito la gara) e facendolo sprofondare oltre il decimo posto. Era davanti a Kimi, lo hanno rimesso in pista nel traffico dietro a Ricciardo e Bottas.
Là davanti Max ha gestito la gara nel migliore dei modi. Ha ritardato lo stop rispetto a Lewis, ha controllato la situazione tenendo il rivale sempre fuori portata con distacchi che crescevano giro dopo giro. La Mercedes non ha mai avuto il ritmo della Red Bull, Hamilton dopo lo stop di Perez (ultimo dei primi a passare sulle Pirelli bianche) ha anzi dovuto preoccuparsi a non farsi riprendere dall'idolo di casa, sostenuto da 372mila tifosi in tre giorni. «È troppo veloce», ha detto Lewis riferendosi a Max già al settimo giro. Ha capito subito che non avrebbe potuto inventarsi nulla.
Il miracolo della qualifica non si sarebbe ripetuto e, oltretutto, il suo compagno di squadra Bottas invece di aiutarlo lo ha penalizzato. L'unico aiutino glielo ha dato all'ultimo, togliendo a Max il punto del giro veloce. Una goccia di tequila nel deserto.
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