A Roberto Saviano non arriva il vento del nord, ma un soffio d'aria dai Balcani. Una testata di Edin Dzeko affonda il Napoli che si ferma a San Siro dopo undici vittorie di fila, battuta dall'Inter tornata solida nelle sue certezze nella serata in cui vince il suo primo scontro diretto stagionale dopo aver battuto l'Atalanta prima della sosta. La squadra di Spalletti non può nemmeno recriminare sull'arbitraggio del «milanese» Sozza. Così alla vigilia della Befana c'è ancora un campionato con Milan, Juve e Inter comunque a distanza dalla capolista. Appunto il famigerato vento del nord, alimentato nel momento sbagliato.
Inzaghi la vince giocandosela alla Conte: palla agli altri e ripartenza. Dentro Darmian e non Dumfries per lo spauracchio Kvaratskhelia; con Dzeko c'è Lukaku, titolare dopo oltre quattro mesi, e non il campione del mondo Lautaro premiato da Zhang. Tocca al Napoli il compito di fare la partita: con calma, molta calma. Big Rom fa a sportellate e spesso perde con Kim, ma innesca le azioni più importanti: mette Dimarco davanti alla porta, innesca la manovra che manda al tiro Darmian. Ma i due terzini hanno la mira sballata e allora Big Rom prova a mettersi in proprio: il suo destro è di poco alto. Per oltre mezz'ora non ci sono tiri in porta, la manovra del Napoli a volte sembra un flipper con la palla che gira tutta di prima, ma non ha sbocchi. Kvaratskhelia non cambia mai passo e soprattutto fa sempre la stessa cosa, Osimhen è stretto nella morsa Skriniar-Acerbi. Spalletti non ha fretta dopo undici vittorie di fila e il largo vantaggio in classifica, l'Inter ha il peso di dover vincere spinta dai 75 mila di San Siro. Milano non è sul Mont Blanc come recita una canzone. E nonostante il divieto di trasferta ai residenti in Campania, gli immigrati napoletani riempiono il terzo anello. Una sorta di secondo derby di Milano, con la curva Nord che dopo l'omicidio Boiocchi si unisce dietro a un unico striscione e fa pace con Lukaku.
Il Napoli cade nella trappola preparata da Inzaghi a inizio ripresa quando si fa trovare scoperto a destra su una rimessa laterale difensiva dell'Inter: un'apertura magistrale di Mkhitaryan fa volare Dimarco, cross perfetto che Dzeko scaraventa in gol di testa complice la distrazione di Rrhamani. Dopo un'ora finisce la partita di Lukaku che fa spazio a Lautaro. Niente LuLa con un Dzeko del genere, mentre Spalletti sceglie Lozano e Raspadori dalla sua panchina lunghissima. Ma il tecnico toscano ne ha per tutti, a iniziare dal messicano appena entrato, mentre per l'assalto finale rinuncia anche all'impalpabile Kvaratskhelia. Non è serata per il Napoli che nella ripresa perde il filo del suo gioco (Lobotka fa il compitino) smarrisce la via del gol rimanendo a secco per la prima volta in campionato dal 28 agosto, ma soprattutto non facendo un tiro in porta fino al recupero quando Onana dice no a Raspadori.
Più grave di interrompere la striscia di vittorie contro l'Inter che ha avuto la superiorità a centrocampo con gli ispirati Calhanoglu e Mkhitaryan e l'inesauribile Barella, ma non solo. Nella calza di Inzaghi tre punti firmati da Dzeko che pesano come il ritorno di Lukaku.E così è il Napoli, che era l'ultima imbattuta in Europa, a pagare la sosta mondiale.
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