Franco Ordine
Manca poco per l'Inter di Champions. Al momento sette punti dalla Roma, ormai irraggiungibile a quattro rintocchi dalla fine dei giochi, per il futuro la misura da colmare è di qualche centimetro. Già perché il deficit più allarmante denunciato dall'Inter di Roberto Mancini è ormai solo ed esclusivamente racchiuso nella contabilità dei gol. Pochi, pochissimi rispetto alla concorrenza, quelli collezionati dalla pattuglia nerazzurra: 44 il numerino fatale, nettamente inferiore rispetto ai 73 della Roma, ai 72 del Napoli e ai 65 messi insieme dalla Juve che non è notoriamente una macchina da gol bensì una difesa d'acciaio. Non solo. Ma un altro dato è ancora più preoccupante: nelle ultime 7 trasferte, l'Inter ha raccolto la miseria di 6 punti, di cui soltanto tre in un solo viaggio, a Frosinone che non è poi un bunker.
A Marassi questo difetto è diventato un macigno sulle spalle del gruppo che pure ha espresso in alcuni esponenti (Palacio, Handanovic, Miranda) prestazioni eccellenti. «Ci è mancata la cattiveria sotto porta» l'analisi di Maurito Icardi che è sembrato diventare, a dispetto della realtà (tre occasioni a disposizione: una salvata sulla linea da De Maio, un altro tiro alto, un altro parato da Lamanna), l'imputato numero uno. Già perché Roberto Mancini, a fine serata, ha ribaltato il giudizio del suo centravanti. «Ma quale cattiveria, qui si sbagliano gol facili» ha dettato ai diversi microfoni assolvendo Perisic che pure ha avuto a disposizione le due più golose opportunità (sventate entrambe dal portiere del Grifo). «Perisic lavora tanto, ci può stare che sbagli» la spiegazione offerta alla discutibile mira del croato.
Evidente che Mancini ha preso di mira Icardi, ancora una volta. Perciò è altrettanto legittimo che l'interessato, dinanzi all'ennesima domanda relativa al proprio futuro, abbia glissato così: «Chi mi cerca deve rivolgersi in società». Insomma è pronto a volare da qualche altra parte Maurito che con 15 reti, non è poi così indietro nella classifica dei bomber. Forse, come ha spiegato anche Bergomi, l'errore è stato commesso a gennaio quando dinanzi al bivio (spendere la fiche a disposizione per un centrocampista capace di produrre gioco o per un altro, l'ennesimo, attaccante), l'Inter, su spinta dello stesso Mancini, ha bussato alla porta della Samp per Eder, fino a quei giorni re del gol in A. Appena trasferito ad Appiano Gentile l'italo-brasiliano è rimasto a secco. Anche a Marassi subentrato a metà ripresa, ha sfiorato il pari, a dimostrazione che forse non ha la stessa serenità avuta alla Samp.
La mancata Champions non è per l'Inter un dettaglio insignificante.
Accentuerà i problemi finanziari che Thohir, tornato ieri sera a Milano e oggi atteso alla Pinetina, ha annunciato in pubblico (ricerca di un socio per sostenere il peso delle perdite) ma metterà anche Mancini con le spalle al muro perché dal prossimo anno, con qualche ritocco, l'Inter dev'essere pronta a concorrere per i primi tre posti. Senza se e senza ma. Migliorando il gioco e con il gioco anche la produzione dei gol, materia di pertinenza dell'allenatore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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