L'Inter è già realtà. La terza vittoria su tre partite dà una dimensione alla squadra di Luciano Spalletti che brucia i tempi. Per ora sono solo i risultati a certificare la crescita e comunque sono di vitale importanza perché danno la possibilità di lavorare con tranquillità. E c'è tanto da fare alla Pinetina. Perché dopo Fiorentina e Roma, quella con la Spal per quasi novanta minuti è stata una vittoria scontata solo sulla carta. Perché la neopromossa guidata da mister Semplici ingabbia l'Inter a lungo: squadra ordinata che chiude gli spazi e si crea le giuste occasioni che ci si può aspettare da chi ha appena fatto il grande salto. Peccato capitino sui piedi di Paloschi che deve ancora ritrovarsi dopo il difficile anno di Bergamo.
Anche per il tipo di avversario, quindi, questi tre punti assumono ancora più significato. Perché l'Inter può catalogare quella di ieri tra le cosiddette vittorie sporche, senza convincere sul piano del gioco, ma che hanno un peso specifico notevole quando alla fine si tirano i conti. E pensando a maggio vale la pena ricordare che nell'era dei tre punti solo altre tre volte i nerazzurri erano scattati facendo percorso netto nelle prime tre esibizioni. Ed avevano sempre concluso il campionato tra le prime quattro, che da questa stagione significherebbe anche ingresso diretto nell'Europa che conta. Quindi la via per la Champions è giusta. A tracciarla è la solita coppia: Icardi-Perisic. A segno insieme in nerazzurro per la decima volta. Sono loro a fare la differenza, c'è il loro zampino in tutte e otto le reti interiste di questo avvio di torneo, che siano gol o assist. Con la Spal l'argentino la sblocca dagli undici metri, mentre il croato fresco di rinnovo si inventa un gol al volo sui titoli di coda che fa esplodere gli oltre 57mila tifosi che hanno rinunciato al pranzo della domenica in famiglia nonostante l'anticipo di autunno con temperature in picchiata e pioggia. Una cornice incredibile. Peccato che a scaldare i presenti, ringraziati via Instagram da Zhang jr, non sia stato lo spettacolo, ma il provvidenziale Var, che finora ha sempre detto bene all'Inter. Stavolta la tecnologia corregge giustamente, dopo addirittura 5', una punizione dal limite in un rigore. Poi l'errore dei nerazzurri è non chiudere la pratica e vivere di rendita pur non concedendo nulla fino all'exploit di Perisic. L'Inter è già squadra per quanto riguarda lo spirito di sacrificio di tutti gli interpreti a partire dallo stesso croato che si dedica a dare una mano allo spaesato Dalbert. Il brasiliano è tra i principali indiziati che fanno perdere la voce a Spalletti, motivo per il quale salterà le interviste post-gara.
L'afonia dell'allenatore conferma le difficoltà incontrate, a partire dalla gestione della palla di fronte a squadre
chiuse. E qui riemergono i problemi del passato. Ma affrontarli con un filotto che indica la via della Champions è più facile. E quando tornerà la voce a Spalletti, vorrà dire che l'Inter sarà anche bella oltre che capolista.
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