Una partita tutt'altro che banale quella di Monza, perché ha detto un sacco di cose tutte insieme, soprattutto a quelli che l'Inter deve vincere perché è nettamente la più forte. Ecco, la più forte ha rischiato di perdere contro un avversario che non vince da 6 mesi (poi 7 sconfitte e 6 pareggi). Inzaghi lo sapeva e aveva avvertito tutti, anche Marotta: «Si riparte da zero», il monito lanciato a luglio. Per la prima volta dopo quasi un anno (ottava giornata dello scorso campionato) l'Inter non è più in testa alla classifica e scopre quanto è difficile ripetersi.
Pur non avendo perso, gli 8 punti in 4 partite sono la peggiore partenza con Inzaghi. Pure il Milan campione, nell'autunno '23 aveva 8 punti. L'anno scorso, il Napoli appena 7, mentre l'Inter viaggiava a punteggio pieno e proprio alla quarta giornata aveva dominato il derby: 5-1 con il primo ininfluente gol incassato. Ora invece Sommer ne ha già subiti 3, tutti in trasferta, dove l'Inter non ha ancora vinto, pur giocando solo contro Genoa a Monza. Eppure il calcio di Nesta, rivisitato per l'occasione ha messo in grande difficoltà i campioni d'Italia. Ritmi troppo bassi, imprecisione, pochissima fantasia, forse anche l'inconfessabile senso di superiorità che può colpire chi ha dominato l'ultimo campionato. Il turnover non c'entra: il Monza non ha certo giocato con Frattesi, De Vrij, Carlo Augusto (ce l'aveva, ma l'ha venduto proprio all'Inter) e nemmeno con Asllani, che ieri ha rinnovato fino al 2028. Monza ha ribadito a quelli che l'Inter ha due squadre, che rinunciare a Calhanoglu, Barella e Bastoni insieme stravolge lo spartito dello scudetto. Soprattutto poi, col Lautaro attuale. Del Toro, più che i gol (5 l'anno scorso, zero adesso, ma 1 solo con l'Inter da marzo in avanti), manca la leadership. È stato l'uomo in più, non solo il capocannoniere del campionato. La sua estate è stata intensa, ora è in palese ritardo di condizione. Capita, quando non stai bene. L'infortunio non l'ha aiutato.
Stamane la squadra vola a Manchester («affrontiamo la miglior squadra italiana», la benedizione di Guardiola).
Non ci sarà Dimarco, vittima dell'ennesimo infortunio muscolare (dopo Taremi, Arnautovic, Zielinski, De Vrij e appunto Lautaro). Lo scorso anno, raramente qualcuno all'Inter si faceva male. La differenza fra le stagioni nasce anche da questi particolari.
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