L'Inter non cerca la rivincita. Con il City nei guai aria di farsa

Il club inglese sotto il peso di 115 contestazioni di infrazione. Non c'è Dimarco, il più in forma, e Lautaro è ancora a secco

L'Inter non cerca la rivincita. Con il City nei guai aria di farsa
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Macché rivincita. Istanbul resterà per sempre la tappa finale di un percorso fin lì felice e nemmeno vincere stasera nella tana del City renderà mai la Coppa all'Inter. Farlo però, varrebbe un bel pieno al serbatoio dell'autostima, bucherellato dai 2 pareggi in campionato contro Genoa e Monza. Non sarà semplice, ma la nuova super Champions permette anche di perdere qualche partita, soprattutto come queste, a patto poi di vincere le altre. Dovrebbero servire fra 15 e 17 punti per finire fra le prime 8 del girone unico, cioè per centrare l'obiettivo che si è data la società, e l'Etihad Stadium non è certo il posto più semplice dove cominciare a contarli. In teoria, bisognerebbe sempre vincere in casa (dove l'Inter affronterà nell'ordine Stella Rossa, Arsenal, Lipsia e Monaco) e fare 3 o 4 punti fuori (impresa non impossibile fra Young Boys e Sparta Praga, più ostico il Leverkusen).

Il City è partito forte in campionato: 4 vittorie su 4, primato solitario (+2 su Arsenal e Newcastle, +3 sul Liverpool) soprattutto è partito fortissimo Haaland, uno di quelli che brillarono di meno nella finale del 2023. Per il norvegese, 9 gol in 4 giornate, l'esatto opposto di Lautaro, che invece è ancora a secco e soprattutto in palese ritardo di condizione. La sua capacità di cucire fra centrocampo e attacco, la sua leadership anche fisica sono finora mancate all'Inter persino più dei suoi gol.

Inzaghi però vuole provarci ugualmente, pur senza il suo giocatore più in forma, Dimarco (a rischio anche il derby) e perciò si affida alla squadra titolare, quella con Acerbi e Bastoni, Calhanoglu e Barella, oltre all'intoccabile Mkhitaryan. Dopo Monza, pare non esserci più nessuno a reclamare Frattesi titolare.

Guardiola e il suo gruppo sembrano impermeabili al processo sportivo appena cominciato in Inghilterra, che però è una cosa molto seria: 115 contestazioni di infrazione che potrebbero portare addirittura alla retrocessione dalla Premier League. Un'indagine durata 5 anni per costruire i capi di accusa e un altro anno e mezzo per istruire il processo. Così fra le irregolarità ci sarebbero anche stipendi che si sospetta siano stati pagati in nero (anche a Roberto Mancini, allenatore dei Cityzens dal 2009 al 2013), false dichiarazioni alla Lega, violazioni alle regole finanziarie, sponsorizzazioni sospette, ostacoli frapposti alle indagini.

Ci vorranno almeno 10 settimane prima che accusa e difesa possono argomentare le rispettive tesi.

Poi la commissione giudicante si prenderà parecchio tempo per un verdetto in ogni caso delicatissimo e che farà discutere. Il City ha vinto 6 degli ultimi 7 campionati ed è ovviamente di nuovo fra i favoriti della Champions. Che, se le accuse saranno dimostrate, non dovrebbe nemmeno giocare.

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