Il terzo bis nerazzurro nella storia della Coppa Italia (in precedenza 2005-2006 e 2010-2011) porta la firma del «Toro». Con un Lautaro così, l'Inter può sognare un'altra vittoria - ancora più prestigiosa - nella sfida al Manchester City che andrà in scena fra sedici giorni. E se Dzeko - che uscirà nella ripresa con il muso lungo - spreca due occasioni in un Olimpico colorato e stracolmo (il 10 per cento dell'incasso sarà devoluto all'Emilia), l'argentino no e ribalta la Fiorentina dopo un avvio sprint e sulle ali dell'entusiasmo per i viola. Lautaro arriva così a 101 reti con la maglia dell'Inter e 27 in stagione: mai così prolifico in carriera con un centro in media ogni due gare. La truppa di Italiano traballa per mezz'ora nel primo tempo, soprattutto in difesa, e rimane il peccato originale di una partita giocata a testa alta e senza timori contro un avversario sicuramente più forte. La sofferenza finale dei nerazzurri, con il salvataggio di Darmian su Cabral quando stanno per calare i titoli di coda, dimostrano che i viola sono rimasti attaccati alla gara fino al termine.
Il re di Coppe resta dunque Simone Inzaghi: è giunto a quota sette sulle panchine di Lazio e Inter, ora gli manca l'acuto internazionale e ci vorrà comunque un miracolo, anche se la squadra appare ancora in buone condizioni psicofisiche. La Fiorentina fa la sua parte: il gol lampo di Gonzalez dopo 150 secondi di gara (ma in Coppa il romanista Totti nel 2007 e ancora prima il palermitano Chimenti nel 1979 erano stati più rapidi) sorprende i nerazzurri. Ottimo taglio di Ikoné, Bastoni si accentra lasciando libero l'esterno viola. Il pressing in tutte le zone del campo schiaccia l'Inter ma la difesa non aiuta il resto della squadra, nella quale Bonaventura è il leader indiscusso. L'uno-due che Lautaro firma tra il 29' e il 37' del primo tempo sono frutto di due disattenzioni di Milenkovic: nel primo caso non sale in tempo sul passaggio verticale di Brozovic, sul secondo dopo il cross di Barella è in ritardo sulla marcatura (nonostante il bel gesto tecnico del «Toro»).
Ci si aspetterebbe il colpo del ko a inizio ripresa e invece la partita la fa solo la Fiorentina, con la squadra di Inzaghi che arretra troppo ma ogni tanto si affaccia - pure pericolosamente - dalle parti di Terracciano. Handanovic si supera in un paio di occasioni, Jovic è l'innesto dalla panchina che può far male, ma di tre tenativi non ne realizza nessuno così come il tiro teso dalla distanza di capitan Biraghi finisce di poco alta sulla traversa. Il gol potrebbe arrivare da entrambe le parti, ma anche Terracciano fa il suo dovere. L'intensità resta alta in campo e sugli spalti, ma alla fine festeggia la curva interista, rimasta in silenzio per quasi tutto il primo tempo a causa di una protesta con la società sui biglietti per la finale di Istanbul.
Inzaghi si porta a casa il secondo trofeo stagionale dopo la Supercoppa e cerca un punto in campionato per entrare nelle prime quattro, Italiano può andar fiero della sua Fiorentina orgogliosa e coraggiosa. Ora per entrambe l'appuntamento europeo: a Praga il 7 giugno i viola, in Turchia tre giorni dopo i nerazzurri.
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