A Bologna si gioca. E già questa è una notizia. Non solo per la vena propositiva dell’Italia che non rinuncia a fare calcio, seppur penalizzata di nuovo dai suoi errori difensivi. Il 2-2 contro la Romania, nell’ultima amichevole dell’anno, dà altre indicazioni a Conte. Ma è anche un segnale nei giorni del terrore che non risparmiano il calcio, anzi lo vogliono al centro della scena. L’entusiasmo dei tifosi bolognesi per una nazionale che sta conquistando affetto per la sua voglia di calcio, la festa finale dei 4.000 romeni dall’altra parte: il calcio è gioia semplice,quella tanto desiderata in queste ore. Anche Conte applaude la sua Italia pronta a ribaltare lo svantaggio iniziale con un’altra partita convincente davanti, ma poi sul 2-1 incapace di
tenere la partita. Il 2-2 penalizza la voglia di El Shaarawy e compagni, non la loro maturità di squadra. Al Dall’Ara si gioca mentre dall’Europa arrivano altri squilli di paura. Belgio-Spagna annullata nel pomeriggio, lo stadio di Hannover evacuato poco prima di Germania-Olanda. Sugli schermi tv degli skybox scorrono le immagini dei tg internazionali, i giocatori arrivati allo stadio con una scorta rinforzata sono lontani dagli echi. La Romania ricorda un altro lutto, sulla maglia i nomi dei ragazzi morti nel rogo della discoteca di Bucarest. Ma il pensiero di tutti va ai ragazzi del Bataclan quando allo stadio si intona la ’Marsigliesè. Il minuto a centrocampo è di un silenzio profondo. Poi il fischio dell’arbitro dà inizio alla voglia di normalità. Normale è la formazione scelta di Conte, quasi fotocopia del 4-4-2 di Bruxelles solo con Barzagli per De Sciglio, Soriano per Parolo ed El Shaarawy per Candreva.
La Romania si schiera con un 4-2-3-1 che ha in Hoban e Pintilii le chiavi di volta. Florenzi ed El Shaarawy ci mettono il consueto dinamismo, il secondo col sovrappiù della freschezza dopo il riposo di venerdì, ma è al centro che il centrocampo italiano fatica a carburare, in idee e corsa. I difensori azzurri sono subito messi sotto pressione dal forcing dei quattro offensivi romeni, e difatti dopo un tiro di Torje deviato in angolo da Buffon all’8’ arriva il pasticcio: Darmian trasforma una chiusura in verticale in un assist per Stancu, che con Barzagli buttato a terra dalla spallata del compagno è libero di battere a rete. Zero a uno e partita in salita, contro una Romania blindatissima (due soli gol subiti in tutta la qualificazione). Eder soffre davanti, Soriano perde troppi palloni, eppure le sue palle gol l’Italia le crea. Ci provano El Shaarawy su cross di Chiellini (14’) e Pellè su angolo (21’) ma senza mira. Al 26’ il pari è sfiorato, Eder si fa anticipare sottoporta sul velo di Pellè che trasforma il cross di Florenzi in assist. Il più attivo è El Shaarawy, lì a sinistra troppo solo. Così prima prova a inventarsi dribbling in sterzata e sinistro al 34’, deviato in angolo, poi lancia Eder che si è andato a cercare spazi sugli esterni e poi torna al centro per la girata che Tatarusanu mura sottoporta. La chiusura di tempo offre a Marchisio un’altra occasione ma il suo tiro è alto, per Eder in pieno recupero c’è invece la recriminazione per una spallata in area di Chiriches che l’arbitro non valuta da rigore. Conte dà fiducia allo stesso undici anche al ritorno in campo, la Romania sembra voler blindare il risultato e a tratti gioca anche un torello piacevole, o irritante secondo i punti di vista. E quando il ct si sta decidendo ai cambi, arriva il rigore cercato da Eder: è il 10’, il destro di Marchisio dal dischetto è imparabile. Il brasiliano ricasca in area appena un minuto dopo, il tocco di Taturasanu c’è e magari non è da rigore ma l’arbitro Jacottet opta per la simulazione e ammonisce. Scoccata l’ora tonda di gioco, è tempo di riposare per Soriano, Pellè ed Eder, entrano Montolivo, Okaka e Gabbiadini. Il quale una manciata di secondi dopo va troppo morbido di testa sul cross, sprecando il possibile sorpasso. Che però arriva al 21’, un colpo di testa in solitario su controcross di Marchisio sul quale lo stesso Gabbiadini teme di essere in fuorigioco, fortuna che Grigore rientra in ritardo.
Gli spazi ora sono aperti per il contropiede, Okaka (in fuorigioco non valutato) si fa anticipare al 28’ in angolo, sul tiro dalla bandierina El Shaarawy di testa alza troppo la mira. È ancora lui al 30’ a sfiorare il gol, con un destro rimpallato sui centrali romeni che avrebbe meritato di più. E invece arriva nel finale il pari romeno, per la gioia dei quattromila tifosi di Bucarest.
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