L'orgoglio da campioni e la polemica di top-Ganna

L'inseguimento oro a Tokyo resta sul podio a Parigi. Fillippo: "Scaricati dopo la semifinale. È per noi..."

L'orgoglio da campioni e la polemica di top-Ganna
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I ragazzi d'oro si portano a casa il bronzo. Non è un risultato scontato, non è una medaglia di ripiego, perché essere sul podio di Parigi tre anni dopo Tokyo è cosa da campioni. La Danimarca, che in Giappone fu d'argento, questa volta scivola dietro e si deve accontentare della medaglia di legno.

Ancora sul podio, tre anni dopo. E ancora con una medaglia olimpica al collo: Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna conquistano la terza moneta nel torneo dell'inseguimento, pedalando in 3.44.197: battuta la Danimarca che parte fortissimo ma letteralmente esplode dopo il terzo chilometro e chiude con un 3.46.138.

I nuovi campioni olimpici sono gli australiani Bleddyn, Welsford, Leahy e O'Brien (3.42.067) che in una finale bellissima hanno superato la Gran Bretagna, vittima di un incidente nell'ultimo giro e costretta ad accontentarsi dell'argento. Quinto posto per la Nuova Zelanda (3.44.741) che ha avuto la meglio sulla Francia (3.47.697). Per il settimo posto il Canada (3.54.517) ha battuto il Belgio.

«È sempre facile salire sul carro dei vincitori dice a caldo Filippo Ganna, alla sua seconda medaglia in questa Olimpiade -, a Tokyo eravamo stati la sorpresa e tutti erano lì ad applaudire, dopo ieri siamo caduti nella considerazione di tanti, ma niente è mai scontato a questi livelli. Dobbiamo dire grazie a noi stessi, allo staff e a tutti quelli che ci hanno appoggiato e sono rimasti sul carro nonostante tutto. E dico anche grazie a questi tre scalmanati che riescono a farti tornare il sorriso anche quando non ce l'hai».

Restarci di sasso per una medaglia di legno, ci sta. È chiaro che nessuno può dirsi soddisfatto per un metallo mancato di poco, per essersi fermati ad un passo dal podio, perché alle Olimpiadi non solo è importante partecipare, ma prendere anche una medaglia dal conio meno nobile ha il suo valore. Però va detto che il quarto posto conquistato dalle ragazze non è da buttare via, perché siamo nel G4 del mondo, tra le potenze più forti e riconosciute del ciclismo.

Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo e Vittoria Guazzini (rispetto alla semifinale del pomeriggio è rimasta in panchina Letizia Paternoster) hanno chiuso la finale per il bronzo con il tempo di 4.08.961, battute dalla Gran Bretagna che ha pedalato in 4.06.382. Il titolo olimpico va agli Stati Uniti di Valente, Williams, Dygert e Faulkner, già oro nella prova in linea (4.04.306) che ha battuto la Nuova Zelanda di Wollanston, Botha, Shearman, Shields (4.04.927).

L'Italia ha giocato la carta della partenza forte

ed è stata in vantaggio di oltre un secondo fino ad un chilometro dal termine, poi le azzurre sono calate e le britanniche sono uscite in maniera prepotente. Resta una prestazione da applausi per le ragazze di Marco Villa.

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