Lucescu stuzzica la Signora Ma tra un biscotto e l'altro...

Lucescu stuzzica la Signora Ma tra un biscotto e l'altro...

Tre anni dopo, ripassa il treno. Era l'8 dicembre 2009 quando la Juventus allenata da Ferrara ospitava il Bayern Monaco nell'ultima giornata del girone di Champions League: le sarebbe bastato un pareggio per passare il turno, invece finì 4-1 per i tedeschi nonostante il vantaggio iniziale di Trezeguet. Addio sogni: Ferrara sarebbe saltato di lì a poche settimane, l'Europa League non portò nulla di buono eccetera eccetera. Stasera, nello splendido impianto di Donetsk e sotto gli occhi di Leonidovich Akhmetov - proprietario dello Shakhtar, figlio di un minatore e oggi uomo più ricco d'Ucraina con un patrimonio stimato in 16 miliardi di dollari - la Signora si trova più o meno nella stessa situazione di allora. A dire la verità addirittura meglio, visto che i padroni di casa sono già qualificati e, anche dovessero perdere, passerebbero come secondi. Sbagliare insomma non si può, pena tornare a Torino con nulla in mano e la furia di Conte da smaltire. Mica per altro: trattandosi dell'ultimo match da vivere in tribuna prima del termine della squalifica, il Pilota della Macchina non prenderebbe certamente bene il non poter ascoltare tra un paio di mesi da bordo campo la musichetta della Champions. E se il pareggio pare un risultato quasi scontato, ieri ci ha pensato Lucescu - vecchio volpone delle panchine di mezza Europa - ad agitare un po' le acque: «Conte è giovane, deve imparare quando rispondere e quando no. Potrà farlo tra vent'anni», ha spiegato, riferendosi al risentimento espresso dal tecnico bianconero quando gli era stato riportato un giudizio del tecnico rumeno secondo cui «la Juve attacca in maniera prevedibile». «La Juve ripete sempre le stesse cose, ma non è un affronto - ha precisato Lucescu -. È una constatazione che vale anche per il Barcellona. Quando deve cambiare, ha problemi. Aggiungo che, senza l'espulsione di Glik, non avrebbe vinto il derby. Se manca qualcuno, per loro è un'incognita: per questo peserà l'assenza di Marchisio e spero anche che non ci sia Chiellini». Paiono propositi battaglieri, poi chissà: «Il biscotto? Mi piace, ma dipende se è dolce o amaro». «Le parole di Lucescu restano tali - è stata la replica di Alessio -. Creiamo tantissime occasioni da gol e ci basta questo, non importa se qualcuno ci ritiene prevedibili. Anche lo stile del Barcellona è conosciuto a tutti. Dopo di che, a noi interessa solo passare il turno». «È vero che loro sono già qualificati - ha aggiunto Buffon - ma proprio per questo giocheranno senza avere nulla da perdere. Noi dobbiamo comunque essere soddisfatti: la Juve è tornata a incutere timore agli avversari anche a livello europeo».
Avanti, allora. A testa alta e con quel Juve-Bayern da cancellare.

L'ultimo allenamento odierno sarà decisivo per Chiellini, che comunque dovrebbe farcela: Pogba prenderà il posto dello squalificato Marchisio e in attacco dovrebbe toccare ancora a Giovinco-Vucinic. Trentasei anni fa, unico precedente della Juve in Ucraina (allora Unione Sovietica), arrivò una sconfitta per 1-0 poi ribaltata a Torino: a fine stagione, Zoff e compagni festeggiarono la doppietta scudetto-Coppa Uefa.

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