L'Uefa spinge la ripresa e la serie A "compatta" passa la palla al governo

Completare i tornei: i ribelli firmano la tregua. Oggi l'esecutivo allunga i tempi della ripartenza

L'Uefa spinge la ripresa e la serie A "compatta" passa la palla al governo

L'Uefa ha dettato la linea: bisogna completare i campionati e le coppe europee. L'ha fatto ieri mattina chiamando a raccolta in conferenza telefonica i 55 segretari delle rispettive federazioni: è più di un orientamento quello arrivato da Nyon, è una sorta di vincolo per tutti perché se Germania, Spagna e Inghilterra si rimetteranno a giocare come sembra ormai scontato, sarà impossibile per il calcio italiano sottrarsi. Juve, Atalanta e Roma, impegnate nelle coppe, come potrebbero astenersi? Nelle stesse ore, il conclave delle 20 società di serie A riunito con identica modalità, ha votato all'unanimità un documento che esprime un sì condizionato alla ripresa dell'attività vincendo così anche le resistenze dei sette club (Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Genoa e Cagliari) contrari. Il sì condizionato è spiegato perfettamente nella nota della Lega di serie A e chiama in causa le decisioni del Governo, le indicazioni di Fifa e Uefa più le determinazioni di Gravina nonché il rispetto del protocollo sanitario approvato.

Attenti: l'opposizione di Cairo, Cellino e C. è sempre in piedi ma ha ceduto il passo a un intelligente realismo. «Vediamo se ci sono le condizioni»: ecco in sintesi il loro ragionamento che ha consentito, per la prima volta al neo-presidente Dal Pino, di riunire tutte le 20 società dietro la bandiera del ricominciamo, dopo dissidi, polemiche e veleni che hanno scandito le passate settimane. Anche se ieri i presidenti sono riusciti a litigare pure sul nome da indicare per sostituire il dottor Tavana nella commissione medica della Figc. I contrari non hanno perciò cambiato idea. Anzi sono sempre scettici sui soliti argomenti: che succede con i contratti fermi al 30 giugno?, e con un eventuale contagio in squadra?, e sulle sedi dove giocare? Per ora i quesiti sono stati riposti in un cassetto.

Questo non significa, naturalmente, che il 4 maggio ci sarà il libera tutti e la possibilità di tornare subito ad allenarsi. Molto dipenderà dalle cifre quotidiane del contagio e dal via libera del Governo col quale già oggi ci sarà un confronto (vertice Spadafora-Gravina). Può darsi perciò che si debba spostare più in là le lancette dell'orologio e quindi prolungare gli effetti della nuova stagione nei mesi autunnali. Questo significa, in concreto, che poi la nuova stagione (2020-2021) dovrà essere spalmata sull'anno solare. A questa soluzione è favorevole la Fifa di Infantino perché tra l'altro consentirebbe ai tornei europei di allinearsi col mondiale del 2022. Le uniche resistenze provengono da Nyon per motivi economici: dovessero saltare la fase finale attuale e il girone iniziale della prossima stagione, la perdita secca sarebbe di circa 400 milioni. Ecco allora la sintesi della giornata di ieri: il calcio europeo è deciso a riprendere i campionati e le coppe, a decidere quando sarà il virus e la sua velocità.

A proposito di soldi e di opposti interessi, c'è da segnalare anche la lettera che la Lega di A invierà a Sky in risposta alla richiesta di uno sconto in vista della rata di maggio che dev'essere versata a completamento del pagamento annuale.

«In questo momento, in assenza di provvedimenti del Governo, non è possibile procedere ad alcuno sconto» la spiegazione da recapitare alla pay tv. Ora, per non diventare inadempiente contrattualmente, Sky dovrà mettere mano al conto corrente.

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