Niente fischietti, l'ha deciso la questura. La prossima volta, gli ultrà imparano ad annunciarlo con un mese di anticipo. Niente fischietti, ma la contestazione rimane, basta che non sfoci là dove non sarebbe ammissibile, coi riferimenti alla pelle dell'ex amico Lukaku. Il bello è che tutti chiedono che sia Inter-Roma e poi si comportano perché diventi Inter-Lukaku. Dal parlarne troppo romano, prima Mourinho e poi Tiago Pinto, al non parlarne per nulla milanese, oggi Inzaghi resta in silenzio, o meglio a fare parlare gli altri, rivelando telefonate inedite e curiose. Come quella in cui Big Rom chiedeva se Inzaghi sarebbe stato confermato, chi sarebbe stato il nuovo capitano, chi restava e chi partiva e poi invece è sparito lui. È lì, in quel silenzio mentre parlava col Milan prima e trattava con la Juventus poi, che va letto il tradimento. Non dopo, non nei gol che sta segnando a raffica per la Roma, ed è quello che Mourinho e Pinto hanno fatto finta di non capire, alzando paragoni con Calhanoglu o Dzeko. A fine contratto, vai dove vuoi. Ma non se nel frattempo mi hai detto che vuoi restare con me. Per questo, domani San Siro contesterà Lukaku, non perché gioca nella Roma. Resta che là, dove oltre alla ThuLa, poteva esserci anche la LuLa, ora invece c'è Arnautovic: per questo, Inzaghi è quello che avrebbe più ragione di tutti a protestare. Diverso il precedente di Ronaldo, e non solo perché allora i tifosi trovarono i fischietti direttamente sui seggiolini. Quelli del marzo 2007 furono fischi per troppo amore.
Il Fenomeno era partito in malo modo per Madrid, 5 anni prima. Poi scelse il Milan. Giocò e segnò, al primo pallone utile, poi perse. Tutto cancellato: Ronaldo non ha vinto lo scudetto, ma è entrato nella storia del club, fine amore mai. Lukaku solo nella cronaca, fine pena mai.
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