L'ultima di Gigi è un maxiabbraccio

Buffon esce dalla Juve alle 16.21, dopo 6111 giorni. Ed entra per sempre nella storia

L'ultima di Gigi è un maxiabbraccio

Torino - Gigi abbraccia tutti. Seimilacentoundici giorni di lui e di loro finiscono qui. Gigi Buffon e i tifosi della Juventus, Gigi Buffon e la Juventus, poi solo Gigi Buffon e se stesso. Tutti allo stadio, con famiglie a carico e al seguito. Da John Elkann con maglia sociale ad Andrea Agnelli con la grisaglia che porta anche quando gioca a golf. E poi tutti gli altri, dal vecchio amico di Carrara all'ultimo dei tifosi venuto a sfidare il cielo ballerino. Seimilacentoundici giorni dopo, come ha scritto nella sua missiva al popolo (a differenza di Totti niente speeching a centrocampo), Gigi Buffon passeggia sui titoli di coda. Non fa un giro di pista da Lord Marshall come Alex Del Piero benedicendo, da distante. Gigi abbraccia tutti, come se conoscesse gli abitanti dello stadio uno per uno. Lo fa discretamente, mentre i compagni stanno portando a termine la formalità con il Verona. Quasi inosservato.

C'è tutto per la cerimonia degli addii, compresa la playlist con gli inni bianconeri dal primo all'ultimo. Il B DAY, il giorno più lungo di Gianluigi Buffon da Carrara in bianconero prevede un clima incerto. Gigi ride e piange, abbraccia tutti, gli ultrà della Scirea addirittura prima e dopo. Comincia con uno scambio di cortesie e di titolarità con Wojciech Szczesny, successore designato, finisce con le foto con la famiglia Nedved e con tanti altri. Gli altri giocatori fanno festa attorno a Kwadwo Asamoah, altro partente, per un percorso più breve e più certo di Gigi, direzione Milano. Saluta anche Lichtsteiner a cui regalano un rigore che si fa respingere.

Dalla curva Scirea scende un sudario con il portierone a petto nudo che artiglia lo scudetto. Striscioni piccoli e grandi, riconoscenza, pianto. Ma anche la sensazione, come lo stesso Buffon ha capito e riportato nella sua conferenza stampa di giovedì, che alla Juventus chi è stato grande, anche grandissimo come lui, quando si chiude il ciclo, viene sistemato nel giardino di pietra dei monumenti con questa fretta tutta juventina di voltare pagina, di guardare avanti. Insomma grazie sei stato fantastico, non ti dimenticheremo mai, ma ora c'è da continuare a vincere. Qui la nostalgia è sconosciuta, per questo Buffon libero di costruirsi una nuova vita lontano da Madama.

Prima di andarsene una parata su Fares e una franata su Matos. Mah. Forse l'arbitro Pinzani di Empoli non se la sente di rovinare la festa, anche fischietti e Var oggi sono parte della cerimonia degli addii. Alle 16.21, al 18' del secondo tempo, Gigi Buffon esce dal prato per entrare nella storia bianconera. Lascia il posto al terzo portiere Pinsoglio e consegna la fascia a Marchisio, altra bandiera a rischio bagagli. Il successore al comando sarà Giorgio Chiellini. Per la sostituzione più lunga della storia occorrono almeno quattro minuti.

In tribuna Ilaria D'Amico in occhiali scuri sorride, vicino ai tre figli di SuperGigi, Leopoldo, Mattia in braccio alla mamma, Louis Thomas e David Lee avuti da Alena Seredova. David Lee piange. Gigi se li porta appresso, alla premiazione, quando va ad alzare la coppa scudetto.

Giro di campo, giro di valzer del destino. Gianluigi Buffon svuota l'armadietto. Buon futuro. Glielo augura anche Alex Del Piero: «Sei stato, siete stati magnifici. Salutare così è il massimo. E' una storia che non va mai via». Eh sì, se ne vanno gli uomini.

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