La prima notte di Adriano Galliani, promosso in serie A, col suo Monza, è stata una overdose di emozioni. La prima telefonata, ascoltata in viva voce nello spogliatoio dello stadio pisano dinanzi all'esercito schierato di telecamere e taccuini, è stata con Aurelio Cazzaniga esponente di quel Monza nel quale Galliani ha cominciato la sua avventura da dirigente del calcio italiano. «Con lui - ha spiegato - ho ricordato gli altri protagonisti di quell'epoca che non ci sono più e che sarebbero stati felici e commossi come noi, a cominciare dal presidente Cappelletti col quale ci incontravamo in un ristorante nei pressi di Cinisello Balsamo». L'altro ricordo struggente è stato dedicato agli affetti famigliari. Ha raccontato Galliani: «Nel 1959, quando è morta mia mamma, la prima che mi ha portato per mano allo stadio Sada, per lenire il mio grande dolore, il giorno successivo, mio padre mi ha portato sempre allo stadio a vedere Monza-Cagliari». Inevitabile poi l'intreccio con il maggio calcistico vissuto nei giorni precedenti alla promozione storica del suo adorato Monza.
Sempre Galliani ha riunito il filo rosso degli ultimi avvenimenti: «Dopo lo scudetto del Milan, il trionfo in Champions league di Carlo Ancelotti, e l'arrivo in A del Monza, mancherebbe all'appello solo l'Armani nel basket per completare la serie». L'ultimo spezzone del Galliani pensiero è tratto da una promessa fatta ai figli che sono poi la sua scorta permanente in occasione delle passioni sportive, calcio e basket.
Gianluca l'ha seguito a Pisa nel viaggio che ha realizzato un sogno inseguito per 50 anni. «Mi hanno fatto promettere che mi impegnerò per provare a battere l'Inter ma non il Milan», l'ultima chicca di Adriano Galliani.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.