Sette anni fa, più o meno di questi tempi, Antonio Conte annullò uno stage della Nazionale per l'aut aut posto dai club: niente giocatori delle squadre impegnate nella Coppe. Oggi invece l'alleanza stretta tra Mancini e i club diventa indispensabile nella marcia di avvicinamento ai playoff Mondiali di fine marzo. Non è un caso che il ct abbia subito ringraziato i presidenti per la disponibilità a concedergli i giocatori, in un momento complicato tra infortuni e quarta ondata pandemica. Questo appuntamento di poco più di 48 ore a Coverciano, fatto di due allenamenti (ieri il primo fatto di esercitazioni tecnico-tattiche, con i giocatori divisi in tre gruppi) e una partitella finale in famiglia, sarà utilissimo per Mancini e non solo per vedere all'opera gente nuova. Bisogna ritrovare lo spirito che poco più di sei mesi fa ci portò a vincere gli Europei.
Guai però a definire il ritorno del figliol prodigo Balotelli la carta della disperazione. «In un momento come questo in cui abbiamo tante defezioni, Mario può essere un'opportunità - ha sottolineato Mancini -. A livello tecnico è sempre stato bravo, non si discute, bisogna capire come sta fisicamente. E poi si deve integrare in un gruppo che ha lavorato benissimo. Se mi ha promesso qualcosa? Nulla e io non ho fatto promesse a lui. È stato chiamato come abbiamo chiamato altri, eravamo curiosi di vederlo dal vivo dopo tanto tempo e va valutato per capire se può darci una mano. Le porte da noi sono sempre aperte». «Ho accolto bene la convocazione di Balotelli in Nazionale - ha commentato il presidente della Figc Gabriele Gravina -. Ha esordito con me in Under 21 a Castel di Sangro e segnò un gol contro la Grecia. Ho sempre avuto un bellissimo rapporto con lui sul piano umano. Il tecnico lo fa Mancini e ho grande fiducia in quello che fa: condivido le sue scelte».
Nelle gerarchie del Mancio ci sono ancora altri giocatori davanti a Balotelli: in primis Immobile, poi Scamacca e perfino Raspadori, questi ultimi che danno maggiore fisicità al reparto offensivo. Di sicuro il ct cerca moduli alternativi a un gioco che a giugno incantò tutti ma che ora i nostri avversari hanno imparato a conoscere trovando le contromisure. E uno dei calciatori su cui potrebbe puntare per qualche variazione tattica è lo Zaniolo che Mancini, come lui stesso ha confermato ieri, vede più come mezz'ala d'attacco che seconda punta.
Stamattina a Coverciano, dove si susseguono arrivi e partenze (ieri hanno lasciato il ritiro Bastoni e Biraghi, avvicendati dal solo Romagnoli), lezione tattica al video con la presenza di Bonucci e Pellegrini, solo osservatori in quanto attualmente infortunati. «Il modulo? Non è la cosa più importante, al momento mi preoccupa di più avere tutti a disposizione a marzo...», la chiosa di Mancini.
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